Sembra che stiamo diventando sempre più fragili, nonostante la tecnologia, gli sviluppi della scienza.
Sembra che abbiamo sempre più paura.
Forse abbiamo dimenticato che siamo corpi, dunque natura: tutte parti di un grande organismo che batte da prima del nostro arrivo e continuerà a farlo anche dopo la nostra partenza.
In questo nuovo passaggio della sua ricerca Gabriella Salvaterra ci invita a guardare alle nostre paure con rispetto e serenità, come se fossero messaggi inviati da un altro tempo, risonanze di cui è meglio avere cura, perché in ognuna di esse c’è qualcosa di importante da ascoltare.
Ma cosa ci dicono queste paure, quali sono le parole che non riescono ad uscire quando abbiamo un nodo in gola? Forse stiamo cercando un modo per tornare a casa, in una strada, in una città, in un preciso istante.
Perché quando quel nodo si stringe vogliamo trovare il modo per tornare nel luogo in cui ci siamo sentiti amati, in un ricordo, in un pensiero, in un bacio o in un sogno.
Lo spettacolo è per gruppi di 18 persone.
Verrà replicato 3 volte al giorno, dal 27 al 30 aprile.
I turno, inizio ore 18:00
II turno, inizio ore 19:30
III turno, inizio ore 21:00