Entriamo negli scenari post umani di “un mondo a venire” dove echeggiano i latrati/parole di Ecuba, dopo la disfatta di Troia, dopo la sua drammatica deportazione… Nell’Ecuba di Euripide Polimestore le predice che si trasformerà in una “cagna nera con gli occhi di fuoco”: Silvia Calderoni incarna questa donna agguerrita, ne traduce la disperazione e la furia che partoriscono una nuova lingua, non più articolata in solide strutture grammaticali, ma in tessiture sonore onomatopeiche grondanti di echi primordiali. Tutta la tragedia greca, del resto, testimonia una posizione arcaica in cui l’uomo e l’animale non hanno neppure bisogno di metamorfosizzarsi, perché sono l’uno nell’altro, per mescolanza e contatto/contagio.