Ti addormenti in treno, scendi al capolinea e quel capolinea è il niente. Lì ci sono due strani tipi che dicono di chiamarsi Nessuno. “Perfetto – pensi – dovevo andare a Faenza e invece sono in mezzo al niente in compagnia di nessuno”. Ci sarebbe da ridere, ma il fatto è che in mezzo al niente non c’è niente davvero, il niente è un cielo senza cielo, una nebbia senza nebbia. Eppure, qualcuno arriva e ti parla, ma come può esserci qualcuno dove non c’è nessuno? Non è che quel qualcuno sei sempre tu, ovvero i tuoi pezzi mancanti, quelli che hai sepolto per non soffrire troppo o non soffrire più?
Un’occasione per guardare alla nostra esistenza ed alle relazioni che stabiliamo con gli altri attraverso un’ottica nuova, ribaltata e spaesante.