Giovedì 17 luglio 2014
MOTUS, Caliban Cannibal, <Hangar Bornaccino>, ore 21.00 (60’)
Una tenda al centro. Due muri di scatoloni bianchi ai lati.
Video: due persone che dormono. Dentro/fuori.
Dormire, aspettare, stare.
Atto VI, scena I.
Ariel e Caliban.
Due cartelli: «Finalmente liberi» «Liberi?».
Dialogo in francese. Sottotitoli in italiano e in inglese proiettati sulla tenda.
Una tanica con sopra una grande A (anarchia?). Lei annaffia un vaso di fiori, poi beve.
«Ariel e Caliban iniziano ad avere fame» «Fame di cosa?».
Dopo 20 minuti Silvia Calderoni esce dalla tenda proseguendo l’azione che abbiamo visto finora solo in video. Danza ricoperta di foglietti d’oro.
Video nel video. Proteste in Egitto.
«I have a present for you», scatola con scritto EUROPA, «It’s empty but it is possibile to put something inside it».
Silvia Calderoni smonta i muri di scatole: quello di destra lo sfalsa e lo copre di striscioni, da quello di sinistra toglie un pezzo.
Una grande sporta di plastica arancione, BIG BAG: lei ci va dentro, poi la riempiono di suppellettili, poi della tenda. Christo docet. E, prima di lui, Man Ray.
«Riprendiamo a camminare».
TEATRO SOTTERRANEO/VALTERS SĪLIS, WAR NOW!, <Lavatoio>, ore 22.30 (1h 20’)
Tre persone. Anfibi neri, pantaloni verdi, maglietta nera.
Raffica di domande al pubblico: «Hai mai ucciso qualcuno?», «Avresti voluto premere il grilletto contro Mussolini?», «E contro Bin Laden?», «Sei una schiava di colore in America che uccide il padrone bianco. Sei un’assassina?», «C’è un Paese che detesti?».
Terza Guerra Mondiale in arrivo. Istruzioni su cosa fare in caso di emergenza.
«Chi andrebbe a dare una mano nella Guardia Civile?», «Può alzare la mano chi pensa che la guerra sia da ripudiare in qualsiasi circostanza?».
Prendono una persona dal pubblico, lo travestono con giacca e elmetto. Gli fan leggere Ungaretti. Lui lo interpreta. Imbarazzante.
Chiamano un’altra decina di persone. La gente ridacchia.
Video di bombardamenti.
Fumo.
Mimano attacchi chimici. Vomitano schiuma bianca.
«Ho bisogno di rinforzi! Ho bisogno di rinforzi!».
Tute nere, fucili, maschere antigas, anfibi.
Musica drammatica, urla, elmetti. Imprecazioni. Dalla sala un bambino: «Papà! Papà!».
Fumo e luci dietro a fondale semi-trasparente.
«Com’era là, nella battaglia?» «Non saprei descriverlo».
MICHELE PASCARELLA