Far teatro camminando. E meditando

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Dal 10 al 12 settembre 2021 il Parco Talon di Casalecchio di Reno (BO) è stato teatro, in senso etimologico, di alcune «camminate meditative» proposte dall’ensemble Teatro Nonviolento Theandric, fondato a Cagliari vent’anni fa: esperienze estetiche, dunque conoscitive, che ci hanno fatto sorgere alcuni interrogativi in merito ai quali dialoghiamo con due fra i principali responsabili del progetto, l’ideatrice e regista Maria Virginia Siriu e Tiziano Cerulli, psicologo e facilitatore in mindfulness.

Una proposizione che pone al centro l’esperienza dello spettatore in uno spazio naturale, piuttosto che la fruizione passiva di un fatto artistico in un teatro, quali problemi pone e quali opportunità offre, dal punto di vista registico?

Maria Virginia Siriu: Lo spazio naturale inserito in un contesto urbano quale il parco impone, rispetto a uno spazio standardizzato come il teatro all’italiana, uno studio preliminare molto accurato, in quanto ogni spazio è diverso dall’altro sia per caratteristiche morfologiche che per utilizzo da parte dei frequentatori. Ogni messa in scena è unica in quanto le ambientazioni fanno parte integrante del testo della performance. Lungo il percorso e nelle tappe intermedie il partecipante interagisce direttamente con il paesaggio al pari degli altri elementi della scena, la musica e la parola. Il partecipante è fisicamente immerso nell’ambiente naturale e la camminata meditativa amplifica questa percezione.

Dal punto di vista tecnico si tratta di utilizzare la luce naturale, l’acustica creata dagli alberi, dalla vegetazione, dai fiumi, dagli animali e dalla presenza antropica. Elementi mutevoli nell’arco della giornata e a seconda del periodo dell’anno.

Il partecipante è allo stesso tempo spettatore e attore, dunque la regia è una “mediazione artistica” che include, oltre ai diversi elementi naturali e gli artisti, anche i partecipanti. Il ruolo della regia non si conclude con l’inizio del “viaggio esperienziale”, ma lo accompagna fino alla sua conclusione.

La domanda sulla funzione del teatro si intreccia, da sempre, al suo evolversi. Il nome della vostra Compagnia, Teatro Nonviolento Theandric, evoca esplicitamente un uso politico del mezzo teatrale. Perché e come, secondo la vostra esperienza, il teatro può essere più efficace di altri strumenti, nell’approssimare tematiche di tipo sociale o civile?

Maria Virginia Siriu: Il teatro è di per sé un fatto sociale fin dalle sue origini. Se l’uomo è un essere sociale, anche il teatro lo è. Ciò che cambia nelle diverse epoche e approcci è la scelta di includere nel lavoro artistico o nell’opera teatrale le sue conseguenze oltre il momento e lo spazio della fruizione. Variano lo spazio e il tempo del teatro. Nel teatro politico l’artista si prende la responsabilità diretta dell’impatto sociale e politico della propria arte.

Il teatro, per sua natura, consente un coinvolgimento più o meno diretto del pubblico, affinandone una elaborazione critica verso le dinamiche sociali e civili in cui è coinvolto.

L’esperienza di mindfulness che avete proposto in Peregrini si realizzava, in primo luogo, nella mente e nel/attraverso il corpo dei partecipanti. A favore di chi non conosce questa disciplina: puoi sintetizzare di cosa si tratta e quali applicazioni può avere, nella vita di ciascuno?

Tiziano Cerulli: La parola “mindfulness” può essere tradotta in italiano come “attenzione cosciente” o “presenza mentale”. In estrema sintesi è l’integrazione delle pratiche di meditazione con la psicologia e le neuroscienze. Nella mindfulness camminata si torna al presente ad ogni singolo passo o appoggio del piede. Può sembrare scontato, ma in realtà non siamo quasi mai presenti a noi stessi e viviamo con il “pilota automatico” inserito. La meditazione camminata aiuta a rallentare liberandosi temporaneamente da pensieri, preoccupazioni, problemi che agiscono nella nostra mente in maniera incontrollata. Portare questa pratica nella quotidianità ci permette di raggiungere uno stato di calma e serenità interiore permettendoci di sviluppare, passo dopo passo, una maggiore concentrazione, svuotare la mente e sciogliere le tensioni psico fisiche.

Quale idea e pratica di meditazione, tra le molte possibili, muove la vostra proposta?

Tiziano Cerulli: Siamo partiti dalla meditazione camminata “vipassana” che è molto più lenta, a tratti quasi a rallentatore, adattandola al contesto urbano e ai suoi parchi. È diventata una camminata meditativa leggermente più lenta della camminata quotidiana in cui si porta l’attenzione comunque alla pianta del piede, al respiro e alle sensazioni fisiche senza escludere gli stimoli esterni, come i rumori, anzi facendoli diventare elementi della pratica. Non abbiamo comunque escluso di proporre delle pratiche in posizione seduta e statica che sono sicuramente più difficili, per chi non ha esperienza, rispetto alle meditazioni attive. La camminata è alla portata di tutti.

 

 

Opera d’arte vs opera dell’arte: in direzione funzionale sembrano essere state concepite anche le avvolgenti e commoventi, in senso letterale, musiche del polistrumentista e musicoterapeuta Carlos La Bandera. Secondo quali principi le avete selezionate e inserite nella struttura complessiva?

Maria Virginia Siriu: Anche nella scelta delle musiche viene recuperato il potere taumaturgico dell’arte. Le musiche contribuiscono insieme agli altri elementi del “viaggio esperienziale” a favorire l’armonizzazione insieme artistica e umana tra i partecipanti al rito.

In PEREGRINI. A RIVEDER LE STELLE il fine del viaggio è quello di avvicinare il partecipante all’esperienza descritta da Dante nel XXXIII canto del Paradiso, l’essere tutt’uno con “l’amor che move il sole e l’altre stelle”. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato il principio guida nella scelta delle musiche.

Chi considerate vostri Maestri, in questo percorso?

Maria Virginia Siriu: La mia maestra è Judith Malina, poi ci sono state tante persone da cui ho imparato. Un ringraziamento particolare va ai miei attuali compagni di viaggio per la loro generosità e il coraggio di affrontare con la più grande apertura e fiducia un progetto come PEREGRINI, che è una continua sfida.

Tiziano Cerulli: Personalmente ho avuto tanti maestri nel teatro ma ho appreso la meditazione camminata da Selene Calloni Williams che, a sua volta, l’ha appresa direttamente dai monaci buddhisti Theravada negli eremi della foresta in Sri Lanka. Il mio massimo “Maestro” rimane comunque il Buddha. Tutti siamo potenzialmente dei Buddha.

Quali i prossimi progetti della Compagnia?

Maria Virginia Siriu: Lavoreremo ancora su PEREGRINI, un progetto che nasce nel 2018 e proseguirà negli anni avvenire. Il 2021 è stato l’anno di Dante e dell’esplorazione del XXXIII canto del Paradiso.

PEREGRINI è uno strumento estetico che parte dalla ricerca sul physical theater e sul teatro politico. Ci consente un approccio innovativo al tema della felicità e del benessere su questa terra.

La felicità è difficilmente oggetto dell’opera d’arte, della scrittura o della drammaturgia. Perché è terribilmente noiosa. Anche nell’opera dantesca è molto più interessante l’Inferno o il Purgatorio, rispetto al Paradiso. Il male ci piace vederlo lontano da noi, a distanza di sicurezza, per poterlo accogliere nella nostra vita. Aristotele ha elaborato per la tragedia greca l’estetica della catarsi, valida ancora oggi.

La felicità preferiamo viverla in prima persona piuttosto che scriverne sui diari o vederla in prospettiva.

Il rito di PEREGRINI è uno strumento per realizzare, con l’ausilio della camminata meditativa, una esperienza diretta di benessere psicosociale, nel qui ed ora, e soddisfare il nostro bisogno individuale e collettivo di equilibrio e armonia.

PEREGRINI è un atto politico nonviolento che risponde al principio gandhiano di costruzione dell’alternativa con piccoli passi, ma nell’immediato.

Il Living Theatre, una pietra miliare nella storia del teatro politico, negli anni ‘60 e ‘70 investe la sua arte nell’abbattere il sistema oppressivo per costruirne uno nuovo. Negli anni ‘80 è lo stesso Julian Beck a notare che molti di quelli che un tempo erano in piazza, ora sono seduti dietro gli sportelli delle banche o nei palazzi del potere.

Nella logica della “bella rivoluzione nonviolenta”, si costruisce il nuovo nel mezzo del Sistema depotenziandolo, indebolendolo, trasformandolo. Il nesso casuale è invertito, prima sono felice poi realizzo una società a mia misura.

La fila silenziosa dei PEREGRINI rompe il caos urbano generando una pluralità di relazioni e di significati. È uno strumento che governa la complessità del nostro presente storico.

Oltre a PEREGRINI sono in cantiere nuove produzioni per bambini e adulti.

 

MICHELE PASCARELLA

 

Info: https://www.facebook.com/teatrononviolento.theandric