È alla fine degli anni ’70 che, al «Corriere della Sera», Giovanni Testori prende il posto che era stato di Pasolini: è su quelle pagine che scrive i tre articoli al centro di questo spettacolo. Legati tra loro da un filo preciso: la violenza sulle donne. Un tema che nasconde un problema messo ben a fuoco da Testori: “Non vorremmo che, come va succedendo per altre vergogne e per altri delitti, a furia di parlarne, scriverne e discuterne, senza mai assumere la responsabilità di un gesto, si finisse per diminuirne la gravità, l’irreligiosa e disumana vergogna; si finisse, insomma, per abituare l’uomo a ciò che non è umano. L’abitudine a tutto è uno dei rischi più grandi che l’uomo sta correndo […] Ora il punto d’arrivo di questo rischio non potrà essere una nuova coscienza, ma il buio e la notte che s’aprono sulla coscienza eliminata o distrutta”.
Venerdì 6 e sabato 7 giugno, ore 21 – Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, Ravenna. Info: ravennafestival.org