Viaggio nel Rabajà, terra di Barbaresco

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BarbarescoUscendo da Alba sulla SP3, in direzione est, si inizia progressivamente a salire di quota fino a cavalcare l’imponente crinale che segna l’orografia del comune di Barbaresco. Questo displuvio, sui cui lati si sviluppano quasi tutte le migliori menzioni geografiche comunali (o più semplicemente cru), disegna una sorta di S che corre a ridosso del confine meridionale del comune, con il quale si sovrappone all’altezza del Riosordo, per poi rientrare verso l’interno in corrispondenza del Rabajà e proseguire a nord fino all’estremità settentrionale dell’Ovello, dove compie la sua ultima brusca curva verso il vigneto Gallina, nel comune di Neive.

Importanti vigne sono presenti nell’area settentrionale e meridionale del comune, ma è nella sua sezione centrale che si concentra il numero più ampio di Grand Cru. Su tutti spicca una successione di quattro vigneti (Pora, Asili, Martinenga, Rabajà, letti da ovest a est) che origina uno dei luoghi più suggestivi e preziosi dell’intero patrimonio viticolo mondiale, conosciuto come la vallata degli Asili; una vallata che il cru Rabajà domina dall’alto, in una posizione di privilegio.

Il Rabajà è una lingua di terra di una ventina di ettari scarsi, che dal lato orientale e più elevato degli Asili volge verso sud-ovest fino alla Trifolera, che segna la fine della vallata. Osservando questo vigneto dalla Cascina Rabagliato (oggi sede dell’azienda Bruno Rocca), a cui si deve il nome della menzione, si nota come questo vigneto possa essere suddiviso in almeno due settori: il primo, quello storico, è quello che dagli Asili si muove al di sopra ed in corrispondenza della Martinenga, mentre il secondo, ufficializzato con l’approvazione delle «menzioni geografiche aggiuntive», parte dalla fine della Martinenga e arriva, appunto, alla Trifolera.

Il primo settore ha esposizioni prevalentemente a sud-ovest e altitudini che variano dai 270 ai 310 m/slm; il secondo settore, invece, ha esposizioni in buona parte a mezzogiorno e altitudini che degradano a valle fino ai 240 m/slm. Dal punto di vista pedologico, la sezione centrale del comune presenta un suolo più leggero e sciolto rispetto alla sezione settentrionale (leggi Ovello), dove il maggiore tenore argilloso contribuisce a rendere i terreni in linea di massima più pesanti e compatti. L’elemento cruciale è sicuramente la sabbia, che nella vallata degli Asili si interpone a marne che offrono colorazioni biancastre e azzurrognole, creando una maggiore friabilità e un migliore drenaggio; caratteristiche che interessano direttamente anche il Rabajà, i cui terreni diventano più compatti man mano che ci si avvicina alla Trifolera.(filippo apollinari)

La descrizione dei produttori e gli assaggi sono su www.enocode.com