Un album che non nasce da analisi strategiche, ma solo dall’esigenza primaria di fare musica. Discoteca Rock è il titolo del nuovo lavoro de I Camillas uscito per Trovarobato in ottobre e che ora i musicisti stanno portando in tour in Italia.
«La prima cosa che ci siamo detti, iniziando a lavorare su Discoteca Rock, è stata: ‘Puntiamo all’abolizione degli obiettivi come orizzonti definiti di crescita e portiamo il livello d’attenzione ad una corporeità tutta slanciata verso il mondo. – spiegano – E questo abbiamo fatto. L’album dichiara la fine dell’introspezione e del ruolo primario dell’artista, che avrebbe questo mondo interiore così ricco e variegato da sentirsi legittimato a condividerlo con tutti e tutte. Giammai. Non vogliamo che il pubblico si identifichi in noi: piuttosto le persone possono provare ad agitarsi a tempo (ma non necessariamente) e sudare, andandosi a ritrovare nel mondo, che è fatto con le cose di cui siamo fatti tutti e tutte».
Oggi come oggi fare un disco di 18 brani è un atto quasi eroico, eppure c’è l’impressione che lo abbiate fatto con la serenità di chi non si pone minimamente il problema. Avvalorate questa tesi? «Avvaloriamo. E quindi sfumiamo anche l’eroicità, perché non avevamo capito che ci stavamo spavaldamente opponendo ad un andazzo riduzionista. Il problema del marketing è il suo funzionamento auto avverante: stabilisci una strategia di piazzamento del prodotto sul mercato, dopo aver analizzato le caratteristiche del mercato stesso, che però coincidono, guarda caso, con obiettivi etico/repressivi, che vanno ad irreggimentare i nostri comportamenti e le nostre scelte: poca musica dal vivo, album corti, esclusività delle uscite, rarefazione del contatto con il pubblico. Non si sceglie il meno, perché il pubblico preferisce scegliere il meno: si sta scegliendo il meno, perché si vuole che il pubblico abbia meno. Lo si vuole adorante, pronto a sganciare cifre grosse per poter godere l’esclusività, sempre attento a cogliere ogni apparizione della star sui prati social. Ecco 18 canzoni: mangiatele, stropicciatele, sprecatele. Non vi preoccupate. Ce ne saranno sempre per voi».
Nell’eterogeneità di questo lavoro c’è spazio anche per le cover, come Cattolica di Pop X e Mare sopra e sotto di Enzo Carella. Che tipo di affinità artistica vi lega a due mondi musicali apparentemente così distanti?
«Ci cattura il profumo di gioco che emanano le canzoni di Pop X e di Enzo Carella. Questo muoversi leggero in mezzo alla pesantezza dei significati, per catturarli poi alle spalle e trasformarli. Il gioco è sempre rischio: primo fra tutti, che qualcuno (o tu stesso) inizi a prenderlo sul serio, congelando e cementando la pluralità delle forme e delle comprensioni. Pop X e Carella corrono questo rischio, lo sfidano, ci cascano dentro o ne sbucano fuori come orche che puntano alla foca più grassa del branco. Non potevamo fare a meno di loro: Discoteca Rock ha a che fare con tutto questo, è orca e foca insieme. Ci servivano degli accompagnatori esperti».
12 gennaio 2018, Bologna, Locomotiv, via Serlio 25/2, ore 22 – Info: 3480833345, locomotivclub.it