La grande fanciulla della Piccola Compagnia Dammacco

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L’inferno e la fanciulla è il titolo dello spettacolo portato in scena dalla Piccola Compagnia Dammacco all’interno della rassegna Mentre vivevo di Poggio Torriana in occasione della Giornata della donna. Sarebbe più corretto dire “La fanciulla e l’inferno” perché Serena Balivo, unica interprete e coautrice della drammaturgia insieme al regista Mariano Dammacco, con la sua presenza scenica trionfa su ogni tipo di oscurità. La sua è una bambina surreale, ma che ha ben salde le radici nelle paure e nelle fantasie dell’infanzia e che nell’astrazione del momento ci porta a riflettere sulla nostra quotidianità. Pulita nei movimenti e precisa nei gesti si muove nel suo costume che ricorda la caduta disneyana di Alice nel paese delle meraviglie intenta a cercare il suo gatto Oreste, mentre i grandi occhi dell’attrice rimandano a qualche fantasioso personaggio cinematografico di Tim Burton.

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foto di Jan Chmelik
foto di Jan Chmelik

 

L’atmosfera creata dalle luci e dalle musiche ci permette di rimanere sospesi, quel tanto che basta, per essere fuori dal tempo e dallo spazio, per almeno un’ora. La Balivo è estremamente brava a trasmettere con la sua fanciulla l’inquietudine che talvolta si prova di fronte alle situazioni nuove, e in questo viaggio verso gli inferi non le è concesso di avere una guida, un Virgilio come a Dante, perché forse nella vita è così: dobbiamo fare i conti con noi stessi e con le nostre fragilità per imparare ad affrontare il cammino anche da soli. Allo stesso tempo ci si ritrova a sorridere dei tratti ironici della vicenda e ad apprezzarne la poesia ricreata dalle situazioni sceniche. La fanciulla ci fa inoltre riflettere sulla necessità che ci sia di uscire dal bozzolo, dall’involucro dell’infanzia che, se da una parte continua a dare calda sicurezza, dall’altra imprigiona e limita la possibilità di spiccare il volo. Uno spettacolo molto curato nei minimi dettagli, dal testo alla realizzazione scenica: pulito ma non vuoto, anzi, molto carico di significato e soprattutto capace di mettere in risalto la recitazione e il compito per eccellenza del teatro di saper arrivare al pubblico emozionandolo e dandogli nuovi spunti di pensiero.

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IRENE GULMINELLI

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Visto al Centro Sociale di Poggio Torriana (RN) l’8 marzo 2016 nell’ambito della rassegna di spettacolo ‘Mentre Vivevo’

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