Stiamo lavorando per voi: questa sera, a Ravenna, prepareremo una sorpresa per i lettori di Gagarin.
Per il momento, vi basti la presentazione dello spettacolo.
In Orchidee la morte di chi ci ha dato la vita diventa un atto poetico e le parole di Delbono si impastano con quelle di Medea, di Shakespeare e di Checov. C’è il tentativo di rispondere con la poesia alla violenza della vita. La voce e il corpo dell’attore conducono attraverso un’esperienza dura, arrivando a proporre al pubblico le immagini girate con il cellulare della madre morente. Delbono mescola il proprio privato più intimo con i versi dei padri nobili del teatro e la musica di Enzo Avitabile. In un’epoca, come la nostra, in cui reale e virtuale tendono a confondersi continuamente, l’artista propone l’icona dell’orchidea, fiore “malvagio”, perché “non riconosci quello che è vero da quello che è finto”. Di qui l’abolizione del testo scritto e il superamento dell’attore che “dice” la parte, alla ricerca di un teatro fatto soprattutto di corpi e di sensi. In Orchidee Delbono condensa il senso della fine, la delusione di Amleto per le cose che non si possono cambiare, la visione di un orrore quotidiano catturato da una foto di cellulare in un continuo entrare e uscire tra teatro e vita, realtà e invenzione.
Per approfondire le tematiche trattate nello spettacolo mercoledì 1 aprile si terrà l’incontro con la Compagnia e il critico teatrale Massimo Marino. Alla Sala Corelli del Teatro Alighieri alle 17.30.
31 marzo e 1 aprile, ore 21 – Ravenna, Teatro Alighieri – info: 0544 36239, ravvateatro.com/prosa