BAUSTELLE: NOTTI SCONSACRATE ILLUMINATE DA UNA SCRITTA AL NEON GIGANTE

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Siamo all’Estragon Club, venerdì 5 maggio, alla prima data bolognese sold out dei Baustelle, per la prima parte del tour nei club, per presentare l’ultimo disco Elvis, di cui vi avevo già parlato qui.

Nell’attesa solita capatina al banchetto del merchandising dove prendo due spillette con le scritte “contro il mondo” e “andiamo ai rave“. Sono le 21 circa e prima della band toscana sale sul palco Andrea Poggio, che sinceramente non conoscevo che ci ha proposto alcuni suoi pezzi, che mi hanno ricordato un mix fra un Battiato e un vecchio professore di matematica. Non chiedetemi il perchè.

Alle 21 e 40 inizia lo show. I Baustelle salgono sul palco: Bianconi al centro, Rachele Bastreghi alle tastiere e Claudio Brasini alla chitarra. Ad accompagnare la band, Julie Ant, alla batteria, Alberto Bazzoli alle tastiere, Lorenzo Fornabaio alla chitarra e Milo Scaglioni al basso e dietro alle loro spalle delle luci e un’insegna con la scritta Baustelle, molto stile Las Vegas.

Dopo un breve intro si parte subito con Andiamo ai rave, dove tutto il pubblico compresa me ci scateniamo e cantiamo a squarciagola fino a perdere ogni singola corda vocale.

Oltre ai pezzi del nuovo disco fra cui Betabloccanti cimiteriali blues, Los Angeles, La nostra vita, Milano è la metafora dell’amore e Contro il mondo i Baustelle non potevano farci mancare brani dei loro album precedenti e fare un tuffo nel passato con La guerra è finita, La moda del lento e Monumentale con una Rachele, immensamente divina.

Con Un romantico a Milano,Veronica n.2, Amanda Lear, Baudelaire e l’immancabile Charlie fa surf, pezzi senza tempo, il live dei baustelle si trasforma in un viaggio che profuma di lecca- lecca e zuccheri, come dice una frase in Gomma, uno dei loro ultimi pezzi eseguiti durante lo show, fra l’altro una delle mie canzoni preferite. Si chiude con Le rane e La canzone del riformatorio.

Una scaletta davvero bomba che ci ha fatto esplodere di sudore, malinconia e risate.

Un miscuglio e un groviglio di emozioni che ti fanno sentire maledettamente vivo.

Ad un certo punto dato il caldo che c’era dentro al locale Rachele chiede del polase e fu così che da sesso droga e rock ‘n’ roll passiamo subito allo slogan sesso polase e rock ‘n’ roll.

“Elvis è vivo cazzo”. Come ha affermato lo stesso Bianconi.

Vive dentro di noi e sulla nostra pelle. Ed è quello che abbiamo assistito a Bologna.

Il rock, la poesia e lo stile dei Baustelle è vivo e immortale come lo stesso Elvis e ne abbiamo avuto la prova e la certezza. Amen.

PS:Ringrazio il mio amico Gabriele che mi ha accompagnata e sopportata tutta la serata al concerto e mi ha suggerito il titolo per questo articolo.