Wolfgang Laib impollina la Basilica di Classe

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L'installazione di Wolfgang Laib a Ravenna

 

L'installazione di Wolfgang Laib a Ravenna
L’installazione di Wolfgang Laib a Ravenna

L’arte di Wolfgang Laib approda a Ravenna. L’ultimo lavoro del grande maestro tedesco, un’installazione site specific prodotta all’interno della Basilica di Sant’Apollinare in Classe, è visibile fino al prossimo 23 novembre. L’opera, che ricalca la forma di una spettacolare ziqqurat formata da gradini di cera d’api e circondata da ottanta barchette in ottone che navigano su un mare di polvere di riso e polline, offre uno spettacolo insolito e affascinante, risultato della commistione tra le moderne forme minimal dell’arte di Wolfgang Laib e la suggestioni storiche ed artistiche della location scelta. Circondata dagli splendidi mosaici di epoca paleocristiana e bizantina, la grande installazione domina dolcemente lo spazio basilicale, imponendosi con la delicata sostanza della sua cera, insieme caduca e atemporale. “Amo queste mie opere – dichiara l’artista in una delle ultime interviste rilasciate, parlando proprio dei suoi lavori in cera e polline – E’ un’operazione che mi richiede un impegno costante, un qualcosa che faccio continuatemene per ore e ore, giorni e giorni. Mi piace svolgere la raccolta del polline da solo, nelle campagne in Germania e in India. Diviene così, per me, un esercizio di riflessione sul senso stesso della vita. Il polline è simbolo di vita. Un materiale curativo e ricostituente che ho imparato ad apprezzare nel tempo”.

Nato a Metzingen nel 1950, Laib si avvicina all’arte dopo aver completato gli studi in medicina. Demoralizzato dai metodi curativi occidentali e dalla loro incapacità di curare il dolore, si rifugia in Oriente alla ricerca di uno nuovo spiritualismo e di un contatto più diretto con la natura. Da qui, la sua scelta di lavorare con materiali naturali e con gesti semplici e reiterati nel tempo come la raccolta del polline, la modellazione della cera, la levigatura delle pietre. In Sant’Apollinare il polline richiama il mistero delle 207 api che adornano la veste del santo patrono di Ravenna ritratto in uno degli splendidi mosaici. Le api, infatti, sono uno dei simboli più utilizzati nell’iconografia cristiana primitiva. Emblema di comunità ideale, pacifica e collaborativa, hanno spesso assunto significati di resurrezione e castità.

L’intervento di Laib, che rientra nelle attività promosse per Ravenna 2019, è stato realizzato grazie al contributo del progetto europeo Herman – programma Central Europe, del Comune di Ravenna in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna, l’Archidiocesi di Ravenna e il MAR, Museo d’Arte della città. (Leonardo Regano)

 

Fino al 23 novembre, Ravenna, Wolfang Laib, Sant’apollinare in Classe, aperta dal lun- ven 8-19, dom 13-19, info: mar.ra.it