Ando, il nostro antropologo di casa è in Senegal.
Noi ci siamo emozionati ritrovando in un armadio un piccolo scrigno contenente questi tesori.
Un lavoro che facemmo per la casa della salute di Forlimpopoli rispondendo alla loro richiesta di fare una ricerca sul mondo dei Neet.
Vocational Help di fatto è stato un lavoro realizzato nel 2016 intercettando giovani di Forlimpopoli e coinvolgendoli tra le altre cose in un atto psicomagico attraverso il quale hanno scelto un avatar e immaginato il loro futuro e hanno incenerito un foglietto su cui avevano identificato ostacoli personali importanti da superare e sconfiggere.
Sono passati sei anni e ci siamo detti che sarebbe bello scoprire ad oggi cosa è successo nelle loro vite, fare magari una mostra che preveda una parte da compilare, rintracciare i protagonisti di questi gesti affinché aggiornino il tutto con una fotografia dello stato attuale del loro percorso, ma magari potremmo inserirlo nel nostro calendario tra quattro anni come da promessa sottintesa nel testo “nel 2026 sarò”.
Ando nel frattempo è ancora in Senegal.
Gianluca 13 anni dice “Ah sai che poi non ti ho detto ma verso la fine della partita di calcio nel campo ho trovato un euro, incredibile, sai quante storie può avere un euro babbo?”
È vero, effettivamente un euro può avere tantissime storie, può essere caduto a terra durante una rapina, essere stato mangiato da una bambina che poi lo ha lasciato andare nel vasino, essere stato parte dell’acquisto del primo biglietto del tram di qualcuno e poi aver partecipato ad un aperitivo in cui sono volate parole dolci e poi e poi e eccetera.
Eppure lo vedi e non parla, sembra sempre un euro, mentre un vecchio armadio ti incuriosisce subito e potresti fermarti a leggerlo e immaginare o indagare le storie dietro alle sue ferite.
Ando invece nel frattempo continua a essere in Senegal.
Negli alberi attorno alla nostra casa si sono arenate due lanterne che qualcuno ha messo in cielo a capodanno affidandogli dei pensieri, non sappiamo che desideri portassero e non sappiamo neanche se sono sopravvissuti alla caduta ma se qualcuno li sta cercando questi desideri sappia che potrebbero essere ancora qua attorno.
Noi invece, dopo tanto tempo, siamo riusciti a uscire, solo gli adulti, tutti assieme, come fossimo in gita.
Siamo andati a vedere Pino Marino alle cantine di Villa Nellcote, un bellissimo concerto, ricco di sguardi sul mondo e racconti.
Racconta lui, Pino marino, di essersi chiuso in studio con Mauro Pagani a lavorare su un brano un giorno in cui Pagani aveva la prima di un suo spettacolo a Firenze.
-Hanno detto al fonico di avvertirli quando fossero state le 16 perché Mauro avrebbe avuto bisogno di due ore per studiare una parte del concerto serale e poi partire verso Firenze alle 18. Il fonico si è perso e loro, immersi nello scambio musicale, sono riemersi solo dopo le 18 con grande agitazione di Pino, preoccupato del fatto che Mauro fosse in grande ritardo e senza per giunta aver studiato i brani da eseguire. Ad un certo punto Mauro Pagani gli ha detto: “Pino Marì, stai tranquillo, nella peggiore delle ipotesi farò una figura di merda.”-
Ci siamo portati a casa una boccata d’aria, ricollocare problemi nella loro giusta scatola, sono molti quelli che ci possono entrare anche se sembrano più grandi della scatola.
Poi è arrivata la guerra, e quella nella scatola non ci entra neanche spingendo, quella è cicciona forte che in questi anni non ha mai smesso di crescere e di essere allevata, per quella bisogna trovare un agire che non sia allineato con l’affrontare conflitti cercando la soluzione in qualcuno da schiacciare.
Frattempo Ando sta tornando dal Senegal ma non è ancora arrivato, lo aspettiamo.
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