Visto da noi: Sogno di una notte di mezza estate di John Neumeier

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ph Kiran West

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Tra le tante estetiche espressioni umane la danza è forse la più in-utile, in quanto non ha una finalità evidente, latu senso economico-produttiva, ma proprio per questo è anche la più necessaria in quanto raro luogo del nostro spazio-tempo, mentale ed affettivo, in un cui l’irriducibile essenza e l’intimità dell’essere umano può esprimersi senza doversi in qualche modo ed in alcun modo ‘giustificare’ o ‘legittimare’.

Sogno di una notte di mezza estate, il balletto, ovviamente da William Shakespeare, del ballerino e coreografo statunitense John Neumeier da ormai cinquant’anni in Germania, può esserne io credo una sorta di sperimentale evidenza per la sua singolare capacità di raccontare Shakespeare ed una delle sue prove letterarie e drammaturgiche più note, privandosi della parola di Shakespeare e facendo di quella stessa parola, traslitterata linguisticamente nel movimento dei corpi organizzato musicalmente in scena, non più il mezzo ma bensì il senso fine a sé stesso della narrazione coreografica.

Come per la musica che l’accompagna, di Felix Mendelsshon Bartholdy e Gyorgy Ligeti miscelata a musiche meccaniche tradizionali, ciò che è più espressivamente indiretto costituisce la forma più diretta possibile dei pensieri e dei sentimenti generati e scossi, come in una antica formula alchemica che trasforma in oro ogni vile metallo, durante un transito scenico mai casuale, ma in cui il logos è felicemente legato e platonicamente subordinato all’eros.

La coreusi può così compiere delle scelte mai avventate all’interno di quell’abisso stratificato che è la creatività shakespeariana, dentro un dramma che di quella creatività è diventato con il tempo vero e proprio assioma, una miniera il cui luminoso filone sembra mai esaurirsi.

 

ph Kiran West

 

Un dramma del doppio e dello specchio che ripete la sua immagine all’infinito e che da quello specchiarsi trova non il perdersi di un Narciso nel suo laghetto ma bensì il rendersi consapevole del sé che muove le nostre vite e dell’in sé inconscio che le determina.

Un sintetico paradosso che un grande studioso del Bardo come René Girard ben descrive, parlando di Ermia ed Elena ma anche di Valentino e Proteo, quando pone l’accento della sua analisi non sulla differenza ma bensì su “l’identità e la reciprocità costanti dei due protagonisti al centro del conflitto che li oppone”.

Dunque ciò che l’alata parola shakespeariana porta con sé e circonda come un involucro disvelante, può così venire direttamente alla luce.

La coreografia diventa pertanto non interpretazione ma bensì ‘esegesi’ spaziale e temporale del testo, mostrandocelo senza spiegarcelo e dunque dovercelo ‘giustificare’, come se portasse i danzatori, e con loro tutti noi spettatori, ad attingere alla stessa ‘primaria’ fonte creativa del drammaturgo.

Lo fa al meglio nel momento in cui riconduce in un certo senso l’intero sviluppo epico ad un unico universo onirico, quello di Ippolita che addormentata crede di essere Titania, ed attorno a questo unicum fa scenicamente ruotare l’intero caleidoscopio dei sentimenti mimetici che lo sguardo suscita e riproduce nello spazio scenico, e che si fanno moto omogeneo nel tempo della danza.

Unità nella diversità, si potrebbe dire, così che quest’ultima assume un senso condiviso in grado di dire, proprio per la temporanea ma persistente sospensione della ragione che così si produce, l’universo dentro di noi e fuori di noi.

Un balletto (ma anche molto di più) non usuale, dunque, soprattutto per una coreusi, classicamente intesa, dotata di una rara capacità drammaturgica, che fa di un tale Sogno di una notte di mezza estate un evento che nulla ha da invidiare alle più famose e conosciute tra le tante messe in scena di questo dramma/commedia del Bardo.

Senza considerare, ultima ma non ultima, la grandissima qualità tecnica dei suoi interpreti (tra questi anche il genovese Jacopo Bellussi), direi veri e propri ballerini/attori capaci di esprimersi non soltanto nei movimenti armoniosi e talora illuminanti dei loro corpi ma anche nella mimica dei loro volti, al punto da attingere al comico nelle scene degli artigiani attori così da strappare, cosa non facile per la danza, le risate agli spettatori.

Il tutto nella suggestione della migliore danza naturalistica, o meglio espressionistica, che trae origine dall’immortale Vaslav Nijinsky cui, per sua stessa ammissione, è ispirato sin dal suo inizio il lavoro artistico e coreografico di John Neumeier.

 

ph Kiran West

 

A mio avviso uno dei migliori spettacoli non solo di questa bella edizione del tradizionale Nervi Music Ballet Festival, promosso e sempre egregiamente organizzato dall’Opera Carlo Felice di Genova.

Nella consueta e bellissima arena all’aperto dei parchi di Genova Nervi il 19 luglio 2024, ove il pubblico assiepato in gran numero sotto le stelle (vere e figurate) ha a lungo ed entusiasticamente applaudito.

Sogno di una notte di mezza estate. Balletto di John Neumeier da William Shakespeare. Dedicato a August Everding- Musiche di Felix Mendelssohn, György Ligeti e musica tradizionale meccanica.
Coreografia e messa in scena
John Neumeier. Scene e costumi Jürgen Rose. Personaggi e interpreti: Prologo – La vigilia del matrimonio: Hippolyta Alina Cojocaru, Helena Xue Lin, Hermia Madoka Sugai, le amiche di Hippolyta Olivia Betteridge, Greta Jörgens, Charlotte Larzelere, Emilie Mazoń, Yun-Su Park, Ana Torrequebrada, Demetrius / Un ufficiale Lizhong Wang, due soldati Florian Pohl, Emiliano Torres, Lysander / Un giardiniere Jacopo Bellussi, due aiutanti giardinieri Francesco Cortese, Louis Musin, Theseus, duca di Atene Christopher Evans, Philostrat, maestro di cerimonie alla corte di Teseo Alexandr Trusch (20), un gruppo di artigiani:
Zettel, tessitore Matias Oberlin, Flaut, conciamantici Artem Prokopchuk, Squenz, falegname Nicolas Gläsmann, Schlucker, un sarto Lennard Giesenberg, Schnauz, uno stagnino Eliot Worrell, Schnock, un falegname João Santana, Klaus, un musicista Louis Haslach. Sarte Viktoria Bodahl, Justine Cramer, Anita Ferreira, Francesca Harvey, Paula Iniesta, Alice Mazzasette, Hayley Page, Madeleine Skippen, Ida Stempelmann, Hermine Sutra Fourcade, Pittore di corte Illia Zakrevskyi, Tesoriere Lasse Caballero. Divertissement Pyramus e Thisbe : Zettel come Pyramus Matias Oberlin, Flauto come Thisbe Artem Prokopchuk, Squenz come Bacchetta Nicolas Gläsmann, Schnauz come Il muro Eliot Worrell, Schlucker come Chiaro di luna Lennard Giesenberg, Schnock come Il leone João Santana, Klaus, un musicista Louis Haslach.

COMPAGNIA HAMBURG BALLET JOHN NEUMEIER.

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