Per la sua XXIV edizione Emilia Romagna Festival propone un lungo itinerario musicale multidisciplinare e attento alla nuova generazione di artisti, dal 3 luglio all’11 settembre e con un’anteprima il 27 giugno in cui sarà protagonista Ramin Bahrami, pianista considerato fra i più interessanti interpreti di Bach.
Tra musica classica, jazz, pop e world music, ma anche poesia e teatro, il cartellone di ERF si compone di 55 serate in 37 location che ospiteranno più di 600 artisti italiani e internazionali, accompagnando il pubblico alla ricerca di una nuova definizione di “classico”.
“Classico è contemporaneo” è il titolo della XXIV edizione di Emilia Romagna Festival. A che concetto rimanda e come si declina sulla struttura e sulle proposte del festival?
«Troppe volte sento dire “classico polveroso” oppure “la contemporanea è difficile” – dichiara il direttore artistico Massimo Mercelli – specie da parte dei più giovani. Quest’idea è una prigione per chi si occupa di direzione artistica e una penitenza per chi ascolta. Con “classico è contemporaneo” dunque cerchiamo di evadere da questi luoghi comuni, attraverso un programma che coinvolga il pubblico in una nuova concezione di classico.
Si parlerà anche di cinema citando Fellini, di teatro parlando di Pirandello, di musica riferendoci a Modugno, De André e Dalla: si tratta dunque di ampliare la concezione di classico, dalla più antica alla più recente. Nella lingua inglese questa concezione risulta più chiara: se in italiano, infatti, “classico” delimita il periodo tra il barocco e il romanticismo, il termine “classical” rimanda a tutta la musica che ha un significato colto. Noi questa la vorremmo riproporre in maniera più fruibile e meno soggettiva. Per questo il festival è costruito in ottica multidisciplinare, con percorsi che propongono musica, teatro e poesia, raccogliendo così a pieno il concetto di “classico è contemporaneo”.
Prosegue l’esplorazione delle connessioni tra i linguaggi della musica e del teatro. Qual è l’importanza dell’interdisciplinarietà in un Festival dedicato alla musica e la sua portata sulla musica stessa?
Ormai è parte dell’identità dei festival essere sempre più multidisciplinari, anche perché la loro caratteristica è di proporre in poco tempo sempre più esperienze differenziate. Se si parla poi di arti dal vivo come la musica, il teatro o la danza, esse stesse nascono come esperienze interdisciplinari, ed è perciò inevitabile costruire una proposta composta da molteplici linguaggi.
Quali sono dunque i principali nomi e appuntamenti?
È davvero difficile parlare di eventi più importanti, perché il cartellone è enorme e ricco, con 56 serate. Si comincia con un’anteprima, il concerto del pianista Ramin Bahrami, ma poi ci saranno serate dedicate ai grandi della musica, come quella a Claudio Monteverdi e al suo capolavoro Il Vespro della Beata Vergine. Ma tantissimi altri sono gli artisti, come le magnifiche donne Sonia Bergamasco e Vanessa Gravina, o le Orchestre come quella di Seul. O ancora il duo Igudesman & Joo con una prima nazionale, CODA – The final nightmare. Tanta è inoltre l’attenzione rivolta ai ai giovani artisti, di cui è necessario prendersi cura.
Il festival è al 24esimo anno d’età. Cosa si auspica per il futuro? C’è un obiettivo ideale a cui si tende?
ERF è alla XXIV edizione, ma nacque 31 anni fa, quindi ha avuto un’esperienza originaria da cui poi si é generato uno sviluppo, che ha portato in primis al raggiungimento di un’identità riconosciuta e riconoscibile; e in secondo luogo, da poco più di dieci anni, all’organizzazione delle stagioni invernali, che sono davvero prospere. Il futuro del festival non mi preoccupa, ma lo sono per chi fa il nostro mestiere, perché è una strada in salita, con pochi fondi, tante difficoltà e troppa burocrazia e, purtroppo, con sempre meno attenzione alle cose profonde. Un obiettivo ideale a cui ci piacerebbe tendere sarebbe riuscire a far in modo che questi aspetti sfumino, per poter continuare a costruire e proporre cose meravigliose, ponendo sempre grande attenzione alla responsabilità di chi ha il compito di educare.
Per il programma completo e ulteriori informazioni: https://www.emiliaromagnafestival.it/