Rocky è uno dei film più visti e amati di sempre, che ha generato ondate di fan e un numero impressionante di sequel (ben otto). Adesso il franchise cinematografico tra i più longevi della storia del cinema, diviene un saggio all’interno della collana Drama. Classici della drammaturgia – edita da Dino Audino, che con un taglio di tipo monografico, ricostruisce in dettaglio i meccanismi di un testo teatrale o di uno script, unendo la prospettiva di drammaturghi e sceneggiatori con quella degli studiosi universitari.
Uscito nel 1976 (diretto da John G. Avildsen, ma scritto e interpretato dallo stesso Sylvester Stallone), sin da subito è diventato un classico generazionale, un “film testimone” di quelli che passano dai genitori ai figli.
Facciamo un passo indietro, a marzo del 1977: ci troviamo alla 49ª edizione degli Oscar, e Jack Nicholson sale sul palco per consegnare il premio al Miglior film. Tra i cinque candidati figurano Taxi Driver di Martin Scorsese, Tutti gli uomini del Presidente di Alan J. Pakula e il favorito Quinto potere di Sidney Lumet – ma a vincere è proprio Rocky.
Scrivono nel secondo capitolo Glaviano e Volpi: “Il talento di Stallone sceneggiatore è evidente dal fatto che egli riesca a trasformare dei dati biografici in elementi universali, tematizzandoli: li porta a livello della dignità dell’uomo, elemento generale e non particolare, il quale possiede in modo universale istanze di resistenza e di decoro e segue i valori morali e utopici fondanti di una società“.
Nel 2015, ritirando il Golden Globe come Miglior attore non protagonista, per la sua interpretazione in Creed, l’attore/sceneggiatore conclude il suo discorso con queste parole: “Voglio ringraziare il mio amico immaginario Rocky Balboa per essere stato il miglior amico che abbia mai avuto“.
Ma perché Rocky ha avuto e continua ad avere tanto successo? Chi è davvero Rocky? Perché è il miglior film sportivo di sempre? Una delle più commoventi storie d’amore mai narrate sul grande schermo? Rappresenta la più toccante confessione di un artista hollywoodiano mascherata da una pellicola sulla boxe?
Giorgio Glaviano (sceneggiatore per il cinema e la tv), Pietro Masciullo (docente universitario e critico cinematografico) e Giovanna Volpi (sceneggiatrice e regista indipendente) rispondono a queste domande attraverso un’analisi rigorosa del film, sia dal punto di vista storico e produttivo, che da quello strutturale, drammaturgico e tematico, schiudendo al lettore l’intero e finora inesplorato universo di Rocky Balboa.
Disponibile in formato cartaceo a 12,35€ sul sito di Dino Audino Editore