Una intensa storia di resistenza femminile, un ritratto originale del rapporto tra una figlia e una madre: così si può definire “L’anima in pace”, il pluripremiato film opera seconda del regista Ciro Formisano interpretato nei ruoli principali da Livia Antonelli e Donatella Finocchiaro che sarà proiettato in anteprima provinciale venerdì prossimo 16 febbraio alle 21 al Cinema Teatro Comunale di Bomporto (MO) nell’ambito della terza e ultima parte della rassegna cinematografica d’essai curata da ATER Fondazione in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Ingresso unico 5 euro, a fine proiezione il regista Ciro Formisano incontrerà il pubblico in sala.
“L’anima in pace” è una produzione italiana del 2023, a colori, della durata di 88 minuti. Regia, soggetto e sceneggiatura sono di Ciro Formisano, sullo schermo oltre alla Antonelli (Dora) e alla Finocchiaro (Lia) ci sono Lorenzo Adorni (Andrea), Antonio Digirolamo (Yuri), Daniela Poggi (Marta) e Cinzia Susino (Rosi). La fotografia è di Davide Curatolo, il montaggio di Giacomo Villa, la scenografia di Vincenzo Giordano, i costumi di Roberto Virgillito, la musica di Massimiliano Lazzaretti, il suono di Miguel Porras. Una produzione TVM Digital Media/Farocinema/Roma Piazza Di Spagna Production distribuita da Trent Film. Miglior Film al Capri Film Festival 2023, Miglior Film al Foggia Film Festival 2023, Miglior Film e Migliore Sceneggiatura al Villammare Film Festival 2023.
Sinossi
Dora è una giovane di 25 anni con un carattere all’apparenza ruvido ed impenetrabile che lavora portando la spesa a domicilio, un lavoro molto pesante. Non si tratta dell’unica difficoltà della sua vita però, in quanto proviene da una famiglia disastrata. Sua madre Lia è una donna instabile ed inaffidabile, da poco uscita di prigione. I suoi fratellini gemelli Massimo e Nunzio sono stati affidati ad una famiglia per l’inadeguatezza di sua madre.Dora cerca di accumulare soldi sia attraverso il suo lavoro che tramite una seconda attività di pusher di droga che le viene procurata da Yuri, bello e dannato del quartiere dove la giovane e sua madre vivono ospiti della zia. I soldi messi da parte, servono per costruire una nuova vita, per potersi permettere il ritorno dei gemellini, augurandosi che la sentenza imminente possa restituirglieli.La vita di Dora sembra avere una svolta con l’arrivo di Andrea, un giovane specializzando in medicina che cerca di redimerla, almeno fin quando Yuri non scoprirà il rapporto pulito e sincero dei due giovani.
Note del regista
“Sarà interessante notare nel film la cosiddetta sindrome da “Accudimento Invertito” che esiste tra Dora e sua madre Lia. La giovane vive il lockdown e un lavoro di fortuna, più faticoso che remunerativo, come una sorta di libertà esclusiva. Si muove tra le strade deserte di Roma che ha un aspetto del tutto inedito. Poco importa se deve confrontarsi quotidianamente con persone benestanti e “spocchiose”, la maggior parte di essi, chiede di lasciare la spesa intera sullo zerbino davanti la porta per scongiurare il contagio. L’ombra scura che incombe sul personaggio di Dora è in parte dovuta al suo passato, al dramma della scomparsa del padre ma soprattutto alla successiva separazione dai due fratellini minori per i quali per un periodo è stata anche madre. L’irresponsabilità di sua madre Lia che si concede facilmente agli uomini del quartiere popolare in cui vivono, ospiti di una zia nevrotica e lagnosa che fa pesare ogni istante la loro invasione. L’incombere di una sentenza che deciderà se i due fratellini potranno tornare a vivere con loro, in una casa immaginaria che Dora tenta di consolidare con la propria fatica e le misere mance che Yuri le riconosce per le consegne di droga, intersecate tra quelle della spesa. L’impossibilità nel consegnare dosi del giovane è tratta da fatti di cronaca durante il lockdown, quando i pusher si muovevano in taxi per raggiungere i clienti, o affidavano le dosi ai rider. Tutto si è complicato quando le forze dell’ordine hanno subodorato il meccanismo e hanno iniziato a fermare anche questi ultimi. Yuri rappresenta la minaccia più grande per Dora. E cosa più grave, è l’unica che ha scelto.
Quando Andrea appare nella sua vita, tutto finalmente sembra poter essere messo in discussione. Lui è luce autentica tra le crepe, forse l’unica possibilità che ha per estrarsi da un mondo che sembra non concedere a nessuno la possibilità di evolversi ed elevarsi. Dora si apre a lui come non aveva mai fatto prima, neppure a se stessa, dandogli accesso a segreti della sua esistenza che la spaventano ancora mentre li racconta. Yuri capisce tutto questo e trama un epilogo che imprigioni per sempre Dora in quel mondo. Non lo fa per tenerla legata a sé, lo fa inconsciamente solo per ribadire le regole ferree del quartiere, che valgono per tutti, e soprattutto per una donna.
Se guardiamo al cinema italiano che nel tempo ha saputo restituire un’onestà storica e sociale, ci confrontiamo sempre con film che hanno raccontato con semplicità vicende di fasce sociali meno abbienti, che si muovono in ambienti autentici, non artefatti. Dora passerà dall’essere protagonista negativa, per la quale è difficile provare simpatia a vera eroina della sua esistenza, ribaltando completamente la sua immagine nello spettatore, perché vince, nonostante non spari. Perché ciò che vuole è un esistenza dignitosa e giusta, nonostante l’ambiente in cui vive e nonostante un’elevazione sociale che sembra le sia negata.
Biografia Ciro Formisano
Ciro Formisano inizia il suo percorso formativo conseguendo la laurea in regia cinematografica presso Dams Bologna. Dopo aver lavorato per 5 anni come autore televisivo e videomaker presso Telemontecarlo 2, inizia un percorso cinematografico con la realizzazione di cortometraggi, film sperimentali e documentari. “L’Esodo” (lungometraggio 2017) la sua opera prima, riceve un Globo D’oro (2018 Gran Premio della stampa estera) e una candidatura ai Nastri d’Argento. “L’Altro Buio in Sala” (2022) è un documentario sulle sale cinematografiche storiche italiane nel periodo di chiusura per Covid e riceve una candidatura ai Nastri D’Argento (2023). “L’Anima in Pace” (2024) è il suo secondo lungometraggio di finzione, vincitore di numerosi festival e rappresenta l’Italia all’Indian International Film Festival 2023 (54° IFFI GOA), inoltre vince come miglior film il Fano Film Festival e il Foggia Film Festival, oltre a valere una menzione per Livia Antonelli all’Ortigia Film Festival e il premio come miglior attrice al Napoli Film Festival.
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