“Primo in orbita” è il nuovo singolo di molecola, uno dei nomi più interessanti della nuova scena indie/elettronica del Centro Italia.
Trattasi della seconda ed ultima anticipazione dall’atteso album d’esordio del producer umbro in uscita il 1 dicembre per la label indipendente Tazzina Dischi, intitolato “Protovisioni” (seguito ideale dell’EP datato 2022 “La Festa del Pongo”).
Il progetto molecola nasce da un’idea di Marco Testa, e dall’esigenza di accostare il mondo dell’elettronica d’avanguardia alla lingua italiana, in una sorta di crossover tra IDM, canzone d’autore e paesaggi sonori.
Il brano parla del cosmonauta Yurj Gagarin, primo uomo a volare nel cosmo, portando a termine con successo la propria missione il 12 aprile 1961 a bordo della Vostok 1 e segnando in tal modo una pietra miliare nella corsa allo spazio.
Il testo della canzone, narrato da molecola stesso come se fosse una comunicazione dalla navicella spaziale, prende vita unendo fatti reali ad un fantasioso ragionamento sul fatto che il cosmonauta sarà davanti a tutto il mondo nella linea temporale dell’universo.
Musicalmente parlando, il brano apre con un’introduzione ambient che si arricchisce con bassi Moog profondi e una ritmica elettronica che si evolverà man mano nello sviluppo della traccia. Qui i glissandi la fanno da padrone, muovendo contemporaneamente tutte le parti armoniche.
Il video ha una propria narrativa intrinseca, all’inizio viene mostrata la bellezza del mondo che man mano viene contaminata dalla civiltà umana, in particolare localizzata in Russia, fino a scene che rappresentano la guerra e conseguente lancio nello spazio. Nel tutto è collocata una figura che rappresenta l’infanzia ed il sogno di tutti noi bambini degli anni ‘90 di andare all’esplorazione dello spazio. A serrare il ritmo del video sono gli zoom sempre più a sincrono con la ritmica e movimenti circolari nel finale. Il lancio spaziale in reverse alla fine del video ci mette però un dubbio, siamo veramente andati avanti nel cosiddetto progresso o, in fondo in fondo, tutta la corsa alla conquista spaziale/tecnologica non ha ancora migliorato l’idea di civiltà dell’uomo?
Oggi abbiamo ascoltato il nuovo singolo di molecola e non potevamo non farlo dato che Primo in Orbita parla del cosmonauta Gagarin e come sapete il nostro magazine prende proprio il suo nome, Gagarin, orbite culturali.
Siamo saliti sulla navicella spaziale di molecola, produttore d’avanguardia che riesce a mixare il sound elettronico alla lingua italiana, riuscendo ad atterrare direttamente nelle nostre menti.
Molecola mi ha ricordato il grande Anders Trentemøller, musicista danese, a mio parere uno dei migliori sulla scena elettronica. Detto questo il brano musicalmente e tecnicamente di altissimo livello è anche un monito per tutti quanti noi, che da quella navicella spaziale del lontano 1961 dovremmo osservare e guardare questo mondo dove il progresso avrebbe dovuto portare miglioramenti nella vita dell’uomo, invece vediamo solo persone sempre più sole, con la testa china sui propri smartphone, dove veniamo bombardati da immagini, immagini fasulle sulla felicità, immagini crude delle guerre e delle violenze come se tutto questo fosse normale. L’essere umano ha perso completamente la propria umanità e la parola civiltà sembra ormai un miraggio.
Non so voi ma io prefersico perdermi nello spazio come Major Tom di Bowie, nella musica e nell’arte, l’unico modo di combattere che abbiamo a nostra disposizione.
“And I’m floating in a most peculiar way
And the stars look very different today” (Space Oddity-David Bowie)
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