Fuori Campo 4: una rassegna dedicata alla produzione cinematografica e audiovisiva nazionale indipendente e d’autore, con un’attenzione particolare rivolta all’analisi e alla rappresentazione di uno specifico territorio, quello calabrese, che propone la settima arte come strumento d’indagine e veicolo di diffusione e valorizzazione dei beni culturali. Di questo e altro, ne abbiamo parlato con il produttore cinematografico Fabrizio Nucci.
Laureato in Giurisprudenza, inizi la tua carriera – nella grande macchina che è il cinema – nel 2010, anno in cui fondi, insieme al socio Nicola Rovito, la Open Fields Productions, società di produzione cinematografica indipendente con sede in Calabria. Fabrizio, cosa ti ha spinto ad intraprendere questo cammino?
Mi ha spinto la passione sin da piccolo per il cinema, condivisa con mio fratello che successivamente ha intrapreso una carriera sempre in questo ambito. Col socio Nicola Rovito abbiamo deciso di cambiare vita, ricominciando da qualcosa che ci ha sempre affascinato. Dieci anni fa questo territorio era più complesso, come sterile, ma ci abbiamo provato lo stesso. Siamo ancora qui. Spesso si racconta il territorio in maniera sin troppo drammatica ma noi cerchiamo di leggerlo in chiave anche ottimistica, valorizzando il patrimonio culturale, quello storico delle comunità della nostra regione ma anche le potenzialità visive rispetto le location, le peculiarità del nostro territorio, non dico la “bellezza” perché il cinema non ricerca solo ed esclusivamente quella, ma cerca anche il potenziale in luogo abbandonato, rispetto la morfologia del territorio per fortuna si riesce a spaziare, così diversa da un luogo all’altro. Nel tempo questa scelta ci ha dato ragione: si è costituita la Film Commission Calabria, si è riusciti a far partire la macchina del cinema. Stiamo lavorando non solo al riscatto di una regione, ma anche affinché i giovani non debbano emigrare per poter lavorare in questo settore: le manovalanze ci sono e servono al territorio.
Da quattro anni Rete Cinema Calabria, associazione culturale di cui sei Presidente, ha ideato e dirige tutt’ora la rassegna cinematografica itinerante “Fuori Campo” – 5 tappe in programma dal 17 agosto al 15 ottobre – che si propone di indagare i maggiori contesti di festa realizzati sul territorio calabrese attraverso l’occhio della settima arte. Cosa rappresenta per voi?
Rete Cinema Calabria rappresenta una rete tra i professionisti sul territorio per collaborare su tutto (materiali, consigli…). Con Fuori Campo cerchiamo di portare il cinema in luoghi dove magari non è presente una sala cinematografica, centri periferici o che sono difficilmente raggiungibili. Cerchiamo di creare momenti anche formativi (workshop, talk dove gli ospiti si raccontano, proiezioni di documentari lungometraggi e cortometraggi che si sono distinti a livello internazionale). Ogni anno cambiamo location per poter raccontare un territorio diverso, sotto molte sfumature, anche perché il nostro è un territorio che sta interessando molto la produzione cinematografica (dalle riprese a Palmi della serie The Good Mothers a Diabolik chi sei? dei Manetti Bros). Questo significa anche conoscere nuovi colleghi, creare nuove sinergie: bisogna mantenere viva la fiamma della produzione e del confronto.
Attualmente è in produzione il documentario “The Lost Legacy” – girato tra l’Italia e gli Stati Uniti, incentrato sulla storia del primo italiano ad aver vinto nel 1937 un Premio Oscar, il direttore della fotografia Gaetano Gaudio – per il film Avorio nero, precedendo di undici anni Vittorio De Sica. Ci può svelare qualcosa?
Un cosentino di fine Ottocento, emigrato negli Stati Uniti nei primi del Novecento. Una storia che noi stessi di Cosenza non conoscevamo e ci è sembrato giusto portare all’attenzione del grande pubblico. Dare valore e anche riscatto a personaggi importanti che sono stati dimenticati, purtroppo anche a livello nazionale. Un pioniere del cinema che ha contribuito alla costruzione del cinema americano per come lo conosciamo oggi con le sue innovazioni tecniche, di importanza non indifferente come dare un valore e un senso all’illuminazione anche a livello narrativo. Cerchiamo di raccontare storie che siano universali ma con una connessione al nostro territorio e la nostra città.
Che consigli ti senti di dare ai giovani che vogliono intraprendere questo mestiere?
Non pretendere tutto e subito. Avere pazienza, essere onesti, disponibili, crederci fino in fondo e non avere la pretesa di arrivare subito a quel determinato ruolo, che sia il regista o il produttore. Se piace il cinema la strada si può definire in forme alternative: magari cominciare come maestranza. Giornalisti cinematografici. Spesso si trovano giovani che vogliono essere all’apice della piramide… A tutti i costi attore, a tutti i costi regista. Ma la gavetta è lunga e bisognerebbe arrivarci per step, magari iniziando a comprendere come ci si relaziona tra i diversi reparti. Il sacrificio è necessario, ma per ogni aspetto della vita a cui si tiene. Questo è un lavoro fatto di storie, quindi è importante che ci sia l’animo buono. Il cinema non è solo ed esclusivamente un’industria ma è cultura e bisogna essere all’altezza di questa responsabilità.
Fuori Campo 4 è realizzato con il contributo di Fondazione Calabria Film Commission, nell’ambito del Piano di Azione e Coesione 2014/2020, erogate ad esito dell’Avviso pubblico per il sostegno alla realizzazione di festival e rassegne cinematografiche e audiovisive in Calabria – 2023.