La lingua, la musica e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di
Cabaret Yiddish, spettacolo da camera scritto e interpretato da
MONI OVADIA, in scena
all’Arena San Domenico di Forlì venerdì 21 luglio alle ore 21.15 per la rassegna
Teatro Diego Fabbri Estate.
Ad accompagnare l’artista saranno le musiche dal vivo eseguite da Maurizio Dehò (violinio), Paolo Rocca (clarinetto), Albert Florian Mihai (fisarmonica) e Luca Garlaschelli (contrabbasso).
Si potrebbe dire che lo spettacolo abbia la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte di cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica.
Uno spettacolo che “sa di steppe e di retrobotteghe, di strade e di sinagoghe”. Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama “il suono dell’esilio, la musica della dispersione”: in una parola della diaspora. La musica Klezmer deriva dalle parole ebraiche Kley Zemer, che si riferiscono agli strumenti musicali (violino ed archi in genere e clarinetto) con cui si suonava la musica tradizionale degli Ebrei dell’est europeo a partire all’incirca dal XVI secolo.
“Ho scelto di dimenticare la filologia per percorrere un’altra possibilità, proclamando che questa musica trascende le sue coordinate spazio-temporali per parlarci delle lontananze dell’uomo, della sua anima ferita, dei suoi sentimenti assoluti, dei suoi rapporti con il mondo naturale e sociale, del suo essere ‘santo’, della sua possibilità di ergersi di fronte all’universo, debole ma sublime. Gli umili che hanno creato tutto ciò, prima di poter diventare uomini liberi, sono stati depredati della loro cultura e trasformati in consumatori inebetiti; sono comunque riusciti a lasciarci una chance postuma, una musica che si genera laddove la distanza fra cielo e terra ha la consistenza di una sottile membrana che vibrando, magari solo per il tempo di una canzonetta, suggerisce che forse siamo stati messi qui per qualcos’altro”. (Moni Ovadia)
INFO
Prevendite: dal martedì al sabato dalle ore 10 alle ore 13 presso la biglietteria del Teatro Diego Fabbri (Corso Diaz 38/1). Prenotazioni telefoniche (0543 26355): dal martedì al sabato dalle ore 10 alle ore 13.
Biglietti online: Vivaticket.
La sera di spettacolo la biglietteria dell’Arena San Domenico aprirà un’ora prima dell’inizio dellarappresentazione. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà al Teatro Diego Fabbri.
Info: 0543 26355 – www.accademiaperduta.it