Lunedì 12 giugno, alle ore 17.30, l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ospiterà la presentazione del libro a fumetti Riparazioni (AA.VV, Sigaretten Edizioni Grafiche, 2023, 274 pp.) realizzato nell’ambito del progetto riparAzioni – rielaborare ad arte, ideato dall’Accademia per il programma PON Metro 14-20, Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane del Comune di Bologna, finanziato dall’Unione Europea e dedicato allo sviluppo urbano sostenibile. L’incontro vedrà la partecipazione del disegnatore Stefano Ricci, docente di Tecniche di illustrazione per l’editoria all’Accademia di Bologna, del giornalista investigativo Alberto Nerazzini, e delle autrici e degli autori del volume.
Sette storie abitano nel cuore della zona universitaria di Bologna. Le vie intorno a Piazza Verdi sono la scena che le ospita tutte. Autrici e autori di diverse generazioni – alcuni dei quali ancora studenti o diplomati presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna – le hanno attraversate in cerca di tracce che potessero indicare al racconto una direzione. Questa unità di luogo è una delle poche regole che hanno seguito, mentre, utilizzando segni e linguaggi che più diversi non potrebbero essere, puntavano lo sguardo sui dolorosi effetti dell’esclusione sociale. Come nell’arte giapponese del Kintsugi, la fragilità e precarietà delle fratture (sociali ed individuali) del substrato urbano è impreziosita ed esaltata da una sottile linea dorata che collega i vari racconti di marginalità. Il progetto antologico promosso dall’Accademia di Belle Arti di Bologna coinvolge fumettisti di fama internazionale come Marino Neri, autori e autrici più giovani come Rebecca Valente ed Emanuele Cantoro, le ancora inedite Valeria Cavallone e Marla Splat in compagnia dei disegni eleganti e graffianti di Flavio Marziano e Ahmed Ben Nessib.
Come scrive Giuliano Ciao, nell’introduzione al volume, “Ci viene fornita una mappa, strade, palazzi, università, il buco nero dell’orto botanico, poi macchie imprecise, inequivocabili finestre, vari gradi di asciugatura, sfumature, Bologna, eccolo il nome proprio, un luogo, struttura urbana, gerarchie e monumenti, e sotto, sopra, ai margini di quest’ordine tutta una serie di controindicazioni, di sommosse, di corruzioni, di sconfinamenti, tracce e tracciati, tracciamenti nel nome improprio della mostruosità. [ …] Ogni immagine pare radioattiva, pulsa d’aria cancerogena e a tratti allucinata, ma da orbite inchiodate emergono i sentimenti, umanissima intesa oltre ogni alienazione”.
Rebecca Valente in Spazzatura organico immerge la testa nello stagno dell’Orto Botanico e spalanca gli occhi, per raccontarci cos’è davvero la vita organica. Ne Il Paese dei vecchi, alle spalle della “Maria di turno” che bada alle nonne, intravediamo appena Marla Splat, come fosse la sua ombra, perché restare invisibili è il vero talento di chi racconta certe storie. Con Qualsiasi cosa, Emanuele Cantoro va veloce e in un baleno ci costruisce intorno un mondo intero, per poi puntare il dito verso posti che possiamo solo osservare e non incontreremo mai. Una popolazione sorprendente abita il racconto Un asino troppo leggero di Valeria Cavallone, dedicato al Giardino del Guasto: un asino che non pesa molto, un pianista in mezzo alla vegetazione, una che abita di fronte e che lo ha reso di nuovo un posto bello. Gli appunti di Pavarini di Flavio Marziano ci conduce all’incrocio tra la sua esperienza di avvocato e la pratica del disegno: tra gli ordini di allontanamento e il sequestro dei pochi oggetti che possiedono, racconta la vita dei senza fissa dimora, rendendo omaggio allo studioso di fama internazionale Massimo Pavarini. La storia Una pratica severa, disegnata da Marino Neri, parla di un’attività che richiede disciplina e dedizione ma è l’unica possibile per chi voglia davvero studiare gli effetti dell’ambiente geografico sull’uomo. Ahmed Ben Nessib, infine, ha incontrato un gambiano che gli ha proposto di comprare della bamba: inizia così un viaggio con gli occhi puntati fissi e le orecchie tese verso quelli che vivono per strada. Come il prezzemolo ci riporta indietro gli odori, un bicchiere semi vuoto, una grande busta di biscotti e la loro speranza di una vita migliore.
Lunedi 12 giugno ore 17.30
Bologna, Accademia di Belle Arti di Bologna, Aula Magna, Via Belle Arti 54. Info www.ababo.it
Ingresso libero fino a esaurimento posti