“Satellite’s gone up to the skies
Things like that drive me out of my mind”
Voglio iniziare questo articolo con una frase di Satellite of Love di Lou Reed. Innanzitutto per ringraziare il locale Satellite MusiClub di Rimini, per l’accoglienza e la gentilezza di tutto lo staff e la passione della musica che condivido in pieno.
“Vogliamo che la musica dal vivo torni ad essere protagonista assoluta. Non solo dj set, ma anche tanti concerti, tutti ad ingresso gratuito“, afferma il titolare Thomas Agostini.
Il locale difatti ha ospitato tra gli altri, Giorgio Canali, Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri, i Cosmetic, i Petunia Sauce, grandiosi artisti della scena indipendente italiana.
E con sabato 1 aprile si è chiusa la stagione invernale del calendario con il live di Edda.
Com’è che si dice? Che in fondo si torna sempre dove si è stati bene e che i posti sono le persone.
Stefano “Edda” Rampoldi è una di quelle persone che ti entrano dentro non appena la ascolti o la incontri. La sua voce è di una particolarità e bellezza disarmante e non importa quante volte lo hai visto live, ogni volta è un’esperienza nuova che ti lascia quelle emozioni che non si possono spiegare con le parole ma attraverso la sua musica che ci trasmette.
Edda accompagnato dalla sua band ci ha regalato anche questa volta un concerto indimenticabile, passando dai pezzi del nuovo disco a quelli passati come Lia, Signora, Zigulì, Picchiami, Stellina, Spaziale, L’innamorato, ammaliando tutto il pubblico presente. Non sono mancate anche le sue battute che tira fuori ogni volta come dal cappello del Bianconiglio.
L’empatia e la grande umiltà di quest’uomo e quella voce incorniciata da testi tradotti in musica sublime e trascendentale fanno di Edda un artista a tutti gli effetti, unico nel suo genere.
Anche questa volta torniamo a casa con il sorriso, con la borsedda presa al merchandising che bramavo già da tempo, con la scaletta del concerto firmata da Edda e con il cuore che stava per esplodere dalla felicità.
Dopo il live di Edda si apre la discoteca del locale e non potevo non rimanere un po’ a danzare sulla pista dopo aver sentito partiire Non è per sempre degli Afterhours e subito dopo Festa Mesta dei Marlene Kuntz. Un dovere per chi come me è cresciuto con queste canzoni e ha passato tanti anni allo Slego poi diventato Velvet di Rimini, storica discoteca e tempio del rock, che ad oggi non esiste più.
Grazie a Edda e alla sua band e a tutti i presenti che non mollano.
Grazie ancora al Satellite, un locale dove la musica rock resiste ed esiste.
“Satellite of Love”