Bu Shi, Il sogno della camera nera. CAR Gallery, Bologna

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CAR Gallery è lieta di annunciare Il sogno della camera nera, prima personale dell’artista cinese Bu Shi (Yunnan, Cina, 1993), che presenta un corpus di opere inedite, appositamente realizzate per la mostra. La selezione è emblematica della raffinata sperimentazione figurativa del giovane pittore, incentrata sull’elaborazione di un’intrigante ipotesi di intersezione tra estetica orientale, storia dell’arte occidentale e libero attraversamento dell’inconscio. Dal punto di vista tecnico, il principale campo di indagine dell’artista è la rilevazione delle impercettibili gradazioni del tono scuro, inteso sia come luce e sia come materia pittorica. Il colore, prevalentemente tempera legata con colla di coniglio e fissata con lacca cinese, è applicato a delle caratteristiche tavole lignee di piccole dimensioni, in cui vediamo affiorare dal buio misteriose stanze disabitate che, man mano lo sguardo si abitua a penetrare la loro semi-tenebra superficiale, scopriamo essere costellate di oggetti simbolici e dettagli spiazzanti.
Dalla densità di una pittura preparata quasi esotericamente e poi lucidata con la seta fino a raggiungere la consistenza ideale, lentamente emergono illusioni prospettiche, preziosità materiche, incisioni calligrafiche e incongruenze di scala che condensano in enigma la molteplicità di riferimenti visivi e di suggestioni a cui Bu Shi attinge.

Il titolo della mostra parafrasa Il sogno della camera rossa di Cao Xueqin, annoverato dagli studiosi tra i romanzi fondamentali della letteratura classica cinese, scritto durante il regno dell’imperatore Qianlong e pubblicato nel 1792, trent’anni dopo la morte dello scrittore. Come nel libro il moltiplicarsi di situazioni intrecciate tramanda un ricco patrimonio di notazioni estetiche sull’estenuata aristocrazia dell’epoca, a cui appartengono i protagonisti della storia, così anche nei dipinti di Bu Shi troviamo un distillato di squisitezze visive che sembrano proliferare quasi per gemmazione l’una dall’altra e che derivano da un’osservazione precisa e dettagliata dei repertori artistici più colti della tradizione orientale e occidentale, oltre che delle curiosità naturali che l’artista ama collezionare.

Le «camere scure» del giovane pittore sono enigmatiche wunderkammer in cui il tempo è sospeso in una pasta cromatica tenebrosa, che accende il desiderio di vedere oltre e attraverso. Il sogno di Bu Shi è dunque quello di una pittura che, cercando la propria essenza in una zona liminale tra la percezione e l’invenzione, si addentra nelle più recondite stanze dell’invisibile per aspirare al sublime.

La mostra sarà accompagnata da un testo critico di Emanuela Zanon.

Fino al 29 aprile.

Bologna, CAR Gallery, Manifattura delle Arti, via Azzo Gardino 14/a. Info & Orari: www.cardrde.com