L’esperienza della video-scultura. Audrey Coïaniz alla Fondazione Gajani

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L’incontro tra due artisti genera sempre uno spaziotempo specifico, in cui la potenzialità di un fruttuoso dialogo sta tutta nell’equilibrio delle parti in gioco. La narrazione inedita è sempre dietro l’angolo, mentre la percezione profonda di ciò che vi sta accadendo è accessibile solo attraverso l’osservazione attenta di movimenti fluttuanti ed effimeri. È ciò che accade quando Audrey Coïaniz (1978) incontra Carlo Gajani (1929-2009) attraverso la sua mostra personale #BLACK&WHITE, curata da Giuseppe Virelli e Luca Monaco e allestita in occasione di Art City 2023 negli ambienti dell’omonima Fondazione.

La Fondazione Gajani si trova a Bologna, in via de’ Castagnoli 14, nel cuore pulsante del quartiere universitario. Un tempo casa-studio di Carlo Gajani, artista, fotografo e docente presso l’Accademia felsinea, oggi mantiene e rispetta quell’esatta disposizione di mobilio e opere di varia natura che componevano l’arredo quotidiano dell’abitazione. In questo spazio composito e stratificato tra vissuti, esperienze e sperimentazioni le possibilità d’instaurare un dialogo con l’immaginario visivo di Gajani sono molteplici. Audrey Coïaniz ha qui colto con efficacia stimoli e suggestioni, realizzando una mostra che intende ragionare, introiettandola e quindi rielaborandola, sull’operosità creativa di Gajani.

 

 

In un primo ambiente Coïaniz entra in contatto con la produzione artistica informale di Gajani degli anni Cinquanta, rielaborando alcune sue opere grafiche realizzate ancor prima di conoscere l’opera dell’altro e, per l’occasione, creandone delle altre. La fascinazione per la pittura materica, slegata da qualsiasi concetto visuale tradizionale, viaggia tra le opere di entrambi in un continuum che, dalla sabbia dell’opera del primo va plasmandosi e trasformandosi fino ad approdare nell’informel delle chine e delle materie grasse delle opere della seconda.

Se questo primo momento espositivo instaura un dialogo serrato con il linguaggio di Gajani, nel secondo spazio Coïaniz azzarda una radicale rielaborazione dell’immaginario pop dell’artista, slegandolo dai suoi supporti e trasferendolo in un nuovo ed evanescente medium, votato all’ibridazione: la video-scultura. Con questo processo i colori acidi e le forme grafico-geometriche ispirate dal Gajani pop riacquisiscono la loro fisicità attraverso la proiezione su di una struttura tridimensionale, composta di materiali tessili leggerissimi e trasparenti. L’idea, attraverso quest’installazione site-specific, è quella d’invitare gli spettatori a immergere loro stessi in una spazialità ulteriore, nella quale il gioco tra realtà e virtualità mostra un dialogo a distanza che, tanto nelle idee quanto nella realizzazione finale, dà pieno slancio all’opera e al pensiero sia di Carlo Gajani, sia di Audrey Coïaniz.

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FRANCESCO MANCINELLI
[ francesco.mancinelli@outlook.com ]

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