Nebojša Despotović. CAR Gallery, Bologna

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Continua da CAR Gallery fino a sabato 4 marzo, Another Race of Vibrations, la prima mostra personale in galleria dell’artista serbo Nebojša Despotović (Belgrado, 1982) che presenta per l’occasione una selezione di dipinti della serie La famosa serie di Fioi, realizzata nel 2022.

I dipinti sono ispirati ad amici e colleghi appartenenti alla cerchia privata dell’artista, dove è evidente l’indagine psicologica dei soggetti ritratti, che emerge attraverso la tela. Le opere selezionate per la presentazione in galleria si differenziano dalle mostre precedenti, caratterizzate da una maggiore introspezione dei soggetti. Attraverso le opere, infatti, emerge il background personale dell’artista e la sua vita: si delinea così un’evoluzione nel lavoro dell’artista, che segna un cambiamento stilistico rispetto alla sua produzione precedente e segna una svolta importante nella ricerca dell’artista.

Scrive Andrea Busto: “La pittura è anche un atto come una disciplina o uno sforzo fisico verso una tela bianca, attraverso la quale emergono gradualmente le immagini nate dai colori e dalla composizione”. Nebojša Despotović appartiene a una nuova generazione di artisti che non si affannano a mescolare e accostare gli eccezionali capolavori della storia dell’arte con immagini anonime su Instagram.

La tecnica della citazione non è presente nel suo lavoro, ma lo è quella dell’appropriazione. Ciò che lo rende un artista molto informato è la sua volontà artistica di appropriarsi di immagini che appartengono a contesti artistici diversi.

Le sue opere sono attraversate da tutta la storia dell’arte, seguendo la “tradizione” di artisti come Picasso, Goya, Velázquez, Picabia, Munch, Tintoretto, Chagall, Bacon, Morandi, El Greco, Tuymans, e di tutti quegli artisti che superano lo studio della forma e lavorano sulla superficie pittorica in modo materico. Nelle sue opere, elementi come una pennellata, possono trasformarsi in una forma a labbro o a foglia, che lo spettatore percepisce non solo come immagine ma come atto e segno.

Le opere di Despotović si staccano inesorabilmente da un contesto riconoscibile e, anche se ci appaiono tutte non familiari alla nostra vita, molte parlano di esperienze che riconosciamo, apparendo come riflesse in uno specchio nebbioso ma familiare. Si immerge mentalmente nel racconto dipinto, per poi uscirne, riappropriandosi delle vesti di creatore e quindi di padrone della scena. Il teatro, il quadro, la persona, i personaggi, il regista e gli attori, i ruoli e la vita, veri o finti che siano, vivono in un balletto mentale e reale che si svolge al di là della tela/scena/sfondo, al di là dello studio dell’artista, ma anche all’interno della sua stessa mente”.

 

Fino al 4 Marzo

CAR Gallery, Manifattura delle Arti, via Azzo Gardino 14/a. Info & Orari: https://www.cardrde.com/