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Inaugurata sabato 28 gennaio 2023, Il segno traccia del nostro vissuto, la personale di Greta Schödl curata da Silvia Evangelisti continua da LABS Contemporary Art, a Bologna, fino all’11 marzo.
Nata a Hollabrunn, in Austria, nel 1929, si trasferisce a Bologna alla fine degli anni Cinquanta.
Attiva dagli anni Sessanta, nel 1978 partecipa alla 38ma Biennale di Venezia e nel 1981 alla Biennale di São Paulo in Brasile.
Le sue opere sono presenti in diverse collezioni nazionali e internazionali oltre che in diversi musei, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il MART di Rovereto, il MAGA di Varese, e il National Museum of Women in the Arts di Washington (USA). Schödl ha trascorso gli ultimi sei decenni a onorare un linguaggio visivo. Il suo lavoro incorpora lettere e simboli, ripetuti ritmicamente fino a renderli astratti.
Forme geometriche e segni decisi si intrecciano con le parole, illuminate con foglia d’oro e fuse su diverse superfici: pagine di libri botanici, mappe, carte, foglie, pezzi di marmo, lenzuoli, che portano memoria di esistenza passata.
Attraverso la combinazione di rappresentazione linguistica e visiva, Schödl cancella il significato originale delle parole e degli oggetti che usa impregnandoli di un nuovo significato. Il suo lavoro sfida i costrutti sociali del linguaggio e suggerisce forme alternative di espressione e interpretazione.
“La mia ricerca è sul segno” ha detto Greta in una recente intervista.
Il segno come momento di verifica esistenziale, pensiero che diviene traccia, e la mano dell’artista, come un sismografo, trasmette sulla carta le sensazioni interne, le emozioni, i ricordi, la storia nascosta sotto la superficie del mondo: elementi che, da intermediari tra l’idea e il segno, diventano filtro all’immagine ed il percorso mentale si trasforma in tracciato manuale, luogo della riflessione, del pensiero liberato dalla mente che dilata lo spazio ed il tempo annullando i confini del campo definito (fisico) della superficie.
La dimensione spaziale, luogo dell’accadimento creativo, allora, si dilata e si moltiplica, come in una partitura musicale, in segrete e calibratissime relazioni formali che svuotano la parola dal suo significato semantico per renderla flusso continuo di segni, per così dire, preverbali e comuni a tutti e a tutte le culture, risalendo all’origine alfabetica del linguaggio in quanto strumento primo di percezione e di comunicazione elaborato dagli uomini.
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fino al 11 marzo – Bologna, LABS Contemporary Art, Via Santo Stefano 38. Info & Orari: www.labsgallery.it
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