Paesaggio al cinema, un grande protagonista. Paolo Mereghetti a Cesena

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Il giudizio universale, 1961

 

Chissà perché non si assegna un Oscar cinematografico anche per la scelta delle location. Per fare un film che sappia davvero coinvolgere gli spettatori, infatti, perfino l’ambientazione conta: anzi, pur intelligentemente adattata, sul grande schermo la scenografia reale può dirsi grande protagonista.

Il Centro Cinema Città di Cesena, come ogni anno, ha realizzato il calendario e, forte del suo patrimonio di 600mila tra foto di scena e di ‘dietro le quinte’, dedica l’edizione 2023 proprio ai Paesaggi del cinema italiano.

Oltre ad essere disponibile nel bookshop della Biblioteca Malatestiana, prestigiosa complice dell’iniziativa col Direttore Scientifico Paolo Zanfini, è allestita nei suoi stessi locali fino al 29 gennaio una bella mostra, appena aperta, con le immagini pubblicate più altre splendidamente selezionate.

A tenere a battesimo il tutto un ospite d’eccezione: Paolo Mereghetti. Chi mastica di cinema sa che non si tratta solo del critico del “Corriere della Sera” dal curriculum editoriale sterminato, ma di uno dei pochi a ritrovarsi ‘soggetto’ a furor di popolo. Se Fellini era orgoglioso di esser diventato ‘aggettivo’ (probabilmente, in campo artistico, il massimo possibile!), quando si parla del Mereghetti non ci sono dubbi. È proprio lui che pubblica regolarmente il dizionario del cinema italiano, fresco di stampa nell’edizione del trentennale, sicuro rifugio per sciogliere dubbi e scoprire segreti o curiosità sulle pellicole Made in Italy.

“In realtà è un vecchio amico di Cesena – ha chiarito Antonio Maraldi curatore del calendario, coordinatore della mostra e della presentazione – è dal 2005 che Mereghetti collabora con il Centro Cinema, pure come giurato dei nostri concorsi Cliciack – scatti di cinema e Backstage”.

 

Antonio Maraldi (a sin) e Paolo Mereghetti

 

“Certo non è facile gestire e valorizzare l’enorme materiale del fondo fotografico che il Centro possiede – ha sottolineato Carlo Verona, Assessore alla Cultura della municipalità – anche prestando attenzione al binomio cinema e paesaggio. Lo ha fatto a partire dal trittico di mostre Viaggi in Italia – set del cinema italiano, avviato nel 2009 con il Festival di Venezia e concluso nel 2011 con Annecy Cinéma Italien”.

Tale il gradimento, poi, da richiederne il materiale in allestimenti successivi un po’ dovunque, mostra ospitata ultimamente a Lione nel 2019 (Set del cinema italiano) e a Bratislava nel 2021 (Italia: paesaggio, film e fotografia).

E grazie! “L’Italia ha uno dei paesaggi più belli del mondo – ha esordito il critico milanese – che il cinema all’inizio non ha saputo sfruttare, poi (per fortuna) si. Il panorama ha ‘imparato’ ad avere una centralità nel racconto: in certe scene la campagna o la città diventano protagonisti, l’occhio è catturato dalla bellezza al punto che, senza certi sfondi, la storia perde”.

Già: quanto è capace di sottolineare un’emozione lo scenario naturale o particolari scorci urbani?

“Non risulta che esista uno studio serio sul paesaggio nel cinema – di nuovo Mereghetti – eppure è curioso quanto è capace di saper raccontare una certa ambientazione. Ci si incanta sulla prova d’attore, ma spesso è il panorama che lancia un po’ la battuta”.

“Si può dire che sia stato il Neorealismo a creare questa nuova, potente componente narrativa – gli fa eco Maraldi – andando a girare fuori dagli studi di posa. L’elenco dei film e degli autori sarebbe lungo e prestigioso”.

“Non sono un regista – riprende l’ottimo ospite – ma penso che il fascino dei luoghi reali sia molto forte, per cui pur avendo noi italiani gli scenografi migliori, e l’ausilio più recente della tecnologia, la forza emotiva dei panorami autentici non è replicabile artificialmente. Lo ha capito pure il piccolo schermo, con certe serie TV che hanno scelto location di grande impatto”.

Un gioiellino quindi, come di consueto, questo calendario, che offre “scorci urbani e paesaggistici, utilizzati come scenari dal cinema italiano nel corso di decenni, sia per capolavori che per film minori. Un viaggio lungo la Penisola, tra località celebri e luoghi meno conosciuti”, si legge nelle note introduttive.

E c’è pure la Romagna, tra cui Cesena stessa, spesso apprezzata scenografia reale.

“Di mese in mese – spiega il curatore – scorrono 29 scatti eccellenti, 20 dei quali totalmente inediti. La scelta è stata fatta evitando le foto di set”, così ogni immagine vive di vita propria, in sfavillante bianco/nero, e la si apprezza pur non conoscendo la   pellicola da cui è tratta. Nella mostra, oltre alle stampe originali sono esposte diverse opere a colori, sempre con la stessa impostazione.

Chissà che qualche membro della Academy hollywoodiana non capiti in Malatestiana per le vacanze natalizie e s’incanti e si ispiri…

Il calendario è in vendita a 5 Euro.

La grafica e la stampa sono state affidate a Matteo Bosi per “Il Papiro”.

Opportuni ringraziamenti ad Antonio Avati, Pupi Avati, Franco Belomo, Alessandro Canestrelli, Enrico “Chico” De Luigi, Umberto Montiroli, Angelo R. Turetta, Gianmaria Zanotti (fotografo del Corriere Romagna).

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