Prosegue questa sera, lunedì 12 dicembre, la rassegna di incontri tra cinema e fotografia intitolata Frame al multisala cinema Eliseo di Cesena, dopo il successo di pubblico e il sold out registrato con il film Infinito dedicato a Luigi Ghirri.
Molto atteso anche l’appuntamento di questo lunedì, un omaggio alla grande fotografa Letizia Battaglia, con la proiezione del film Shooting the Mafia, della regista Kim Longinotto, presentato con successo al Sundance film Festival, al Festival di Berlino e al Biografilm di Bologna.
Nel corso della sua lunga carriera come fotografa, Letizia Battaglia ha alternato immagini crude di morte e violenza legate al racconto della mafia, a foto poetiche e ritratti intensi che hanno catturato l’essenza della Sicilia e che il film riporta in maniera accurata e precisa.
Nel 2022 ricorre il 30mo anniversario della strage di via D’amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Una data importante e drammatica nella storia della lotta a Cosa Nostra, il 16 luglio 1992, infatti, Paolo Borsellino fu vittima di un attentato mafioso.
Questo atto terroristico avvenne pochi mesi dopo l’altra terribile strage mafiosa di Capaci, dove perirono il giudice Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo. La strage di Capaci segnò la vita di Letizia Battaglia, al tal punto che decise di allontanarsi dal mondo della fotografia e Frame ha deciso di rimarcare questo anniversario invitando come ospite in sala a dialogare con il pubblico l’Osservatorio sulla criminalità organizzata della provincia di Rimini.
L’Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata è un progetto permanente di conoscenza e approfondimento dei fenomeni di criminalità organizzata nel territorio riminese e di promozione e diffusione della cultura della legalità, con l’obiettivo di sviluppare e promuovere una cultura antimafia nel territorio, studiare e analizzare la presenza della criminalità organizzata nella Regione Emilia-Romagna e di divulgare la consapevolezza e conoscenza del fenomeno, con alcuni chiari messaggi, primo fra i quali: con la criminalità non ci si arricchisce, ma si impoverisce un intero territorio.
Shooting the Mafia è un ritratto personale e intimo su Letizia Battaglia all’avanguardia in tutto, fotografa palermitana e fotoreporter, unica donna in un ambiente di uomini a lavorare come fotogiornalista nel 1969 per il quotidiano L’Ora. Una vita vissuta senza schemi: dalla fotografia di strada, per documentare i morti di mafia, all’impegno in politica, Letizia Battaglia è stata una figura fondamentale nella Palermo e nell’Italia tra gli anni Settanta e Novanta. Intrecciando interviste e testimonianze d’archivio, Kim Longinotto racconta la vita di un’artista passionale e coraggiosa, mostrando non solo un’esistenza straordinaria e anticonformista, ma anche uno spaccato di storia italiana. In cerca di una libertà che passa per il sogno di una Sicilia sciolta dalle catene della mafia. La scelta di fotografare i reati di Cosa Nostra, avvenne a seguito di un omicidio. La fotografa, infatti, ha raccontato: «Ho iniziato a fotografare a quarant’anni. Piano piano mi sono accorta che ero innamorata di quello che potevo esprimere con la macchina fotografica. Non ci pensavo alla mafia. Pensavo che avrei fotografato i bambini, le donne, le strade. E invece, dopo nemmeno tre giorni, è arrivato il primo omicidio. Il primo omicidio ti rimane in testa forte, forte, forte».
La regista, nei suoi film, predilige le figure femminili, in modo particolare racconta le storie di donne oppresse o discriminate. Anche in Shooting the mafia la protagonista è una donna ma, ha precisato la Longinotto, si vuole offrire «una vita vissuta senza schemi». Spiegando la trama del suo documentario, Longinotto ha affermato che «In Shooting the Mafia esploriamo la storia di questa straordinaria siciliana che ha sfidato l’autorità maschile, la cultura e la società pervase dalla mafia». Ha poi aggiunto: «Letizia non solo ha fatto infuriare la mafia fotografando coraggiosamente i suoi crimini, ma lo ha fatto apertamente in un momento e in un tempo in cui tutto ciò era sconosciuto». Letizia Battaglia ha lavorato in prima linea come fotoreporter durante uno dei periodi più tragici della storia italiana contemporanea, i cosiddetti “anni di piombo”, documentando e scuotendo l’opinione pubblica attraverso le sue foto. Grazie a queste immagini tragiche e potenti, ma allo stesso tempo emozionali e stilisticamente poetiche, la fotografa siciliana diventa nota all’estero con il soprannome di “fotografa della mafia” tanto da essere la prima donna europea insignita a New York del Premio “Eugene Smith”, il celebre fotografo di «Life». Arguta, schietta, irriverente come tutti coloro che hanno toccato con mano la vita vera, la Battaglia era una grande artista e le sue foto, i suoi bianchi e neri lo testimoniano.
La rassegna Frame patrocinata dal comune di Cesena e con il sostegno di Romagna Iniziative è un progetto di Serena Amatori e Monogawa e continuerà lunedì 19 dicembre con la proiezione del documentario Nino Migliori viaggio intorno alla mia stanza di Elisabetta Sgarbi, dove Nino Migliori si racconta per la prima volta ripercorrendo la sua vita artistica e personale.
lunedì 12 dicembre, ore 21 – Multisala cinema Eliseo, Viale Carducci 7, Cesena (FC) – info: 0547 21520, 348 0107848