Tra il 26 e il 29 ottobre 2022 si è svolto a Forlì il 900fest, un ciclo di conferenze di Storia che ha chiamato a raccolta una folta schiera di storici e giornalisti di origini nazionali e internazionali.
Intitolato Fascismi e internazionalismo democratico, il Festival ha cercato di riflettere sul tema delle dittature che hanno afflitto nel secolo scorso il nostro continente e su come queste influenzano ancora oggi il nostro presente.
La storica Ruth Ben-Ghiat, accademica della New York University, americana e grande studiosa del fascismo, ha tenuto una lezione dove ha ricostruito magistralmente i tratti della dittatura del duce Benito Mussolini.
Dopo innumerevoli studi sul fascismo italiano, nel 2020 Ben-Ghiat pubblica il suo Strongmen: From Mussolini to the Present, dove ricostruisce i concetti chiave della dittatura e della forza di Mussolini e li applica alla politica moderna. Coordinata da Michele Battini e con un interessante intervento del professore Giovanni Gozzini, la lezione si è intitolata Cos’è il fascismo?. Ed è proprio intorno a questa domanda che la storica statunitense ha costruito la sua lezione.
Innanzitutto, secondo la storica, il fascismo è stato rivoluzione e reazione. Mentre con la Marcia su Roma Mussolini prende il potere attraverso metodi simil rivoluzionari, in realtà la tanto fantasticata rivoluzione, non è altro che un accordo politico-reazionario. Il dittatore infatti è stato capace di mescolare il nazionalismo al socialismo e prendere dalle due ideologie il peggio e fonderlo insieme.
Un esempio è che mentre tutti credono che il fascismo fosse molto statalista, un provvedimento importante di Mussolini, legato alla fase liberista del ministro De Stefani, fu quello di privatizzare alcuni settori dell’economia per arricchire il ceto borghese. Attraverso gli accordi con il Vaticano, inoltre, Mussolini scoprì il suo volto. Sebbene non credente, pur di spazzare via un nemico politico importante, il Partito Popolare, il dittatore fu disposto a far accordi con la Chiesa e a ottenere la benedizione del Papa. Benedizione, afferma Ben-Ghiat, simile a quella che in Russia ha sempre legato la chiesa ortodossa e il governo di Mosca.
Secondo la storica statunitense, poi, importante è rileggere il discorso dell’Ascensione, pronunciato da Mussolini in parlamento. Da questo discorso infatti si capisce la visione fortemente machista e misogina della dittatura. Tre pilastri fondamentali dominano quello che lo storico romano Emilio Gentile definisce “Il culto del capo”: misoginia, esortazione all’ipermascolinità e la repressione della popolazione omosessuale.
E sono solo chiacchiere quelle che vedono il fascismo lontano dalle teorie razziste: è lo stesso Mussolini che si riferisce ai suoi nemici dicendo che li sconfiggerà “come un medico fa con un infetto”. Le teorie igieniste e che associano la pulizia della razza, quindi, non sono solo hitleriane. Come non fu solo hitleriano l’utilizzo del cinema.
Mussolini amava utilizzare ben più del collega tedesco il suo volto e la sua figura nel cinema. Ed è proprio con un libro uscito nel 2015 che la Ben-Ghiat ha analizzato gli strumenti propagandistici del regime (Italian Fascism’s Empire Cinema, Indiana University Press). Hitler infatti preferiva la radio poiché aveva una voce squillante e che riusciva ad attirare meglio l’attenzione delle masse.
Ma gli studi della storica statunitense si aprono ulteriormente quando ella ricerca tratti della dittatura italiana nel nostro presente, tratti che il grande studioso Umberto Eco definirebbe di un “fascismo eterno”.
In Mussolini la Ben-Ghiat non vede solo Trump, l’estrema destra europea e la Russia di Putin, ma anche la Cina comunista. “Potrei stare in mezzo alla Quinta Strada e sparare a qualcuno, e non perderei nemmeno un elettore”, frase pronunciata nello stato dello Iowa dall’ex presidente degli Stati Uniti Trump rimanda a concetti di machismo e infallibilità tipici del culto di Mussolini.
Bisogna quindi studiare attentamente il fascismo, secondo Ruth Ben-Ghiat, poiché non solo il ritorno della dittatura è sempre dietro l’angolo, ma tratti distintivi del fascismo sono presenti ancora oggi in forme di rappresentazione politica e governi autoritari.
Per rivedere l’intervento “Cos’è il fascismo”: click.