Io e Giova ci conosciamo da circa 30 anni, lui è il mio migliore amico, il fratello che non ho mai avuto. Vive in Russia e fra pandemia e guerra non lo vedevo da un anno e mezzo. Siamo entrambi cresciuti con le stesse passioni, gli stessi gusti musicali e i Verdena sono da sempre considerati i nostri Nirvana italiani.
E con chi potevo andare al concerto dei Verdena se non con lui?
Questo non è solo un concerto, ma una storia.
La storia della nostra amicizia e la storia di un’intera generazione che ha vissuto la propria adolescenza negli anni ’90.
La cosiddetta generazione X, cresciuta con la fine della Guerra Fredda e l’inizio della Globalizzazione, che guardava il mondo con occhi disillusi e nichilisti, dove l’unico modo per fuggire era aggrapparsi alla musica, a questa musica, quando ancora c’era MTV e le Girelle Motta non si erano ancora rimpicciolite.
Ed è anche vero che i testi dei Verdena sono per il 99% incomprensibili, sibillini e visionari. In qualche modo questo è un loro punto di forza, ognuno può farsi il viaggio che vuole e per forza non ci deve essere un senso.
“Le nostre canzoni non significano un cazzo. L’ho letto così tante volte scritto da altri che ormai ci credo pure io”. Alberto Ferrari
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Valvonauta, primo singolo del gruppo bergamasco uscito nel 1999 è un inno vero e proprio e simbolo di quella inquietudine di cui abbiamo sempre sofferto.
E sì, siamo cresciuti, gli anni passano, sia per noi, che per la band stessa, ma permane lo stesso spirito di ribellione, mantenendo intatta quella sana follia che ci ha sempre contraddistinto.
Quel fuoco che arde costantemente e perennemente, solo che prima non eravamo capaci di gestirlo, ora più o meno.
Quasi tutte le date del tour sono sold out, facile, per una delle alternative rock band più innovative e underground del panorama italiano, mantenendo lo Status quo di band di culto, nonostante gli anni di assenza.
Alberto Ferrari (voce e chitarra) Luca Ferrari (batteria) e Roberta Sammarelli (basso) sono tornati con la pubblicazione del loro nuovo disco, (uscito dopo 7 anni dal precedente lavoro) Volevo magia e con l’annuncio del tour, tornando live dopo 6 anni, con il supporto di Carlo Maria Toller, tastierista dei Jennifer Gentle.
Siamo a Bologna all’Estragon, per la quarta data bolognese.
È un sogno e sì dovrei.
Sono le 21 e 30 circa e dopo aver comprato la locandina e l’immancabile t-shirt al banchetto del merchandising i Verdena salgono sul palco e attaccano con Pascolare, gran pezzo rock degno delle migliori aperture. Seguita da Crystal Ball, altro brano di una potenza viscerale esaltante.
Una vera bomba di adrenalina che il trio bergamasco ci inietta direttamente nelle vene.
Oltre a brani del nuovo disco non mancano pezzi storici come Viba, Luna, Don Calisto, Angie, Nevischio, Lonitrep, che ci riportano direttamente ai ricordi della nostra adolescenza, gli anni più belli della nostra vita, anche se forse non ce ne rendevamo conto.
Senza quasi il tempo di respirare i Verdena fanno una brevissima pausa per poi rientrare immediatamente sul palco chiudendo con Scegli me, Muori Delay, Valvonauta, Sui ghiacciai e Volevo magia, scatenando un vero delirio di flashback, lacrime, nostalgia ed effimera felicità che rimarrà sempre intatta nelle nostre menti e nei nostri cuori e che ci apparterrà sempre.
Sicuramente quello che abbiamo provato e sentito è difficile da spiegare ma non lo scambierei con niente al mondo.
Chi c’era sa di cosa sto parlando.
Abbiamo tutti sui 35/40 anni e anche di più, ma esserci è stato linfa vitale per noi eterni Peter Pan in costante subbuglio emotivo in bilico tra l’ordine e il caos che consapevolmente o no coltiviamo e continuiamo ad annaffiare oltre la scadenza del tempo limite.
Questo profondo e inesorabile senso di smarrimento adolescenziale ci rassicura in qualche modo è come sentirsi a casa.
Come il credo di Freccia nel film Radiofreccia di Luciano Ligabue: “Credo che c’ho un buco grosso dentro, ma anche che il rock ‘n’ roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro e le stronzate con gli amici, beh, ogni tanto questo buco me lo riempiono”.
Quel vuoto in cui mi affogherei, i Verdena sono stati capaci di trasformarlo e riempirlo in urla di rabbia, grondate di amore e sudore, dove perdersi e riconoscersi è semplicemente wow.
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Scaletta
Pascolare
Crystal Ball
Dialobik
Chaise lounge
Cielo super
Paul e Linda
Viba
Starless
Luna
Don Calisto
Nei rami
Angie
Nevischio
Sino a notte
Lonitrep
Canos
Un po’ esageri
Scegli me
Muori Delay
Valvonauta
Sui ghiacciai
Volevo magia
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Visti all’Estragon di Bologna il 2 novembre 2022
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