Vi sarà capitato sicuramente di avere sentito una delle loro canzoni in qualche serie TV senza avere la minima idea di chi fossero i Band of Horses.
Band indie-rock americana, nata nel 2004, con all’attivo 6 album (l’ultimo è Things Are Great, pubblicato nel 2022), capitanata dal frontman Ben Bridwell.
Dopo vari cambi di line up i membri originali del gruppo si sono riuniti per tornare alle loro origini, a Seattle, dove è nato il loro primo album. Un ritorno che ha portato i Band of Horses in un tour mondiale che ha compreso Stati Uniti ed Europa, con due tappe in Italia, a Milano e Bologna.
Essendo già una loro fan e ascoltandoli da parecchi anni, ricordo perfettamente il gran finale di Strappare lungo i bordi, serie d’animazione targata Netflix del fumettista Zerocalcare, che affida l’ultima sequenza alle note di The Funeral, la loro canzone più famosa e usata nelle series (How I Met Your Mother e La Casa di Carta, per citarvene alcune).
Un gran pezzo rock melodico, capace di toccare le corde più intime dell’animo umano e non volerne più uscire alla quale sono particolarmente legata, una di quelle canzoni che dedichi a qualcuno e che non vorresti risentire più, semplicemente per paura di soffrire ancora, ma poi finisci per tornare da lei o viceversa, perché le persone possono anche andarsene ma le canzoni restano, intatte, sempre pronte, anche quando meno te lo aspetti, magari accendendo la radio a caso o come vi ho detto in precedenza guardando un film o una serie TV lasciandoti senza fiato e accartocciarti lo stomaco.
In un modo o nell’altro i Band of Horses entrano nelle nostre case, nei nostri ricordi e nella nostra memoria, che sia semplicemente per una scena di un film o un preciso ricordo della nostra vita.
Siamo all’Estragon di Bologna, sono le 21 e 15 circa e inizia lo show. La scaletta del concerto passa fra nuovi e vecchi pezzi della band come Warning Signs, Laredo, Crutch, The Great Salt Lake e ovviamente The Funeral e No One’s Gonna Love You, dove pensavo di piangere a dirotto invece sono rimasta quasi immobilizzata per la bellezza e il trasporto emotivo che i BoH sono capaci di trasmettere.
Loro sono così, sinceri e diretti, il loro sound è quel rock, indie-folk, tipicamente americano, malinconico e poetico, con impennate di chitarre.
La timbrica vocale di Bridwell è unica, magica e irripetibile. Sembrava quasi di ascoltare un disco, data la bravura di Ben e di tutta la band nel riprodurre i pezzi.
Non avrei mai pensato di vederli dal vivo, è una di quelle band che credi di non riuscire mai a beccare per un motivo o per un altro, invece ero lì, in prima fila, come se fossi stata catapultata in un film ho sognato per tutto il tempo che non potesse finire mai. E sentire dal vivo tutte quelle canzoni che hai in una delle tante playlist che ascolti di continuo è indescrivibile.
La colonna sonora perfetta in una serata di metà novembre che ricorderò e custodirò nel cuore. Per sempre.
Degno finale di una scena cinematografica e il bello è che non è stato un sogno e nemmeno uno spezzone di un film ma era tutto vero e reale, come le nostre emozioni e la musica dei Band of Horses.