La tempesta: Alessandro Serra rilegge Shakespeare, a Bologna

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ph Alessandro Serra

 

Da mercoledì 30 novembre a domenica 4 dicembre va in scena al Teatro Arena del Sole il nuovo lavoro del regista pluripremiato e artista poliedrico Alessandro Serra, che torna a Bologna con La tempesta di William Shakespeare.

Lo spettacolo, che ha debuttato a marzo 2022 alle Fonderie Limone di Moncalieri, è un vero e proprio tributo al teatro in cui Serra torna a confrontarsi, dopo l’acclamato Macbettu, con il drammaturgo inglese.

Sabato 3 dicembre alle ore 17 il foyer del Teatro Arena del Sole accoglie la presentazione del volume La tempesta. Dal testo alla scrittura di scena (Luca Sossella editore, 2022). Partecipano Alessandro Serra, Donata Feroldi, Antonio Moresco, Alessandro Toppi; modera Sergio Lo Gatto.

In La tempesta, considerata l’opera della maturità del Bardo, torna il tema del metateatro e della magia, insieme a quello del potere, di cui i personaggi cercano continuamente di usurpare, consolidare o innalzare: si intreccia con il sovrannaturale che diviene strumento e metafora di un percorso di redenzione.

ph Alessandro Serra

«Prospero trascura il governo, scrive Alessandro Serracioè gestisce male il potere. E subito suo fratello, il suo stesso sangue, trama contro di lui insieme al re di Napoli e lo condanna a una morte per acqua. Gonzalo lo salva, fornendogli segretamente la fonte di un potere ben più grande di quello politico: la magia. Ma chi è sradicato non può che sradicare, dice Simone Weil, e così non appena giunto sull’isola, Prospero usa il suo potere magico per sottrarla a Caliban, che prima adotta come figlio e poi trasforma in schiavo. Lo stesso farà con Ariel: lo libera dalla schiavitù ma lo condanna a servirlo per dodici anni. Persino il suo atteggiamento nei confronti di Ferdinando e Miranda è dettato da un mero interesse dinastico. Anche nella tempesta, come in tutti i romances, c’è il tema dell’unione di due regni.

Non appena mettono piede sull’isola Antonio convince Sebastiano a uccidere suo fratello per divenire re di Napoli. Solo Gonzalo, in un mirabile monologo scritto da Shakespeare con le parole di Montaigne, vaneggia di una società ideale senza violenza in cui ogni bene sia in comune, senza alcuna sovranità, in simbiosi con la natura.

Ed è proprio di fronte alla natura che nella prima scena si ribaltano le gerarchie: in un mare in tempesta comanda il Nostromo, non il re, perché Che gliene importa ai cavalloni del titolo di re!

Ma in realtà chi comanda davvero è la natura, e quando la natura decide di riprendersi il suo spazio i marinai non possono che intonare il loro saggio requiem: È tutto inutile, preghiamo! Siamo fottuti!

Tutti sono sul punto di morire annegati, ma in realtà non muore nessuno, è più un’immersione battesimale, un’iniziazione nel proprio labirinto interiore al termine della quale, dice Gonzalo, noi tutti ritrovammo noi stessi quando nessuno era più padrone di sé.

Nella tempesta il sovrannaturale si inchina al servizio dell’uomo, Prospero è del tutto privo di trascendenza, eppure con la sua rozza magia imprigiona gli spiriti della natura, scatena la tempesta, e resuscita i morti. Ma sarà Ariel, uno spirito dell’aria, ad insegnargli la forza della compassione, e del perdono. Lo credi davvero, spirito? Io sì, se fossi umano.

Su quest’isola-palcoscenico tutti chiedono perdono e tutti si pentono ad eccezione di Antonio e Sebastiano, non a caso gli unici immuni dalla bellezza e dallo stato di estasi che pervade gli altri. Il fatto che Prospero rinunci alla vendetta proprio quando i suoi nemici sono distesi ai suoi piedi, ecco questo è il suo vero innalzamento spirituale, il sovrannaturale arriva quando Prospero vi rinuncia, rinuncia a usarlo come arma.

Ma il potere supremo, pare dirci Shakespeare, è il potere del Teatro. La tempesta è un inno al teatro fatto con il teatro la cui forza magica risiede proprio in questa possibilità unica e irripetibile di accedere a dimensioni metafisiche attraverso la cialtroneria di una compagnia di comici che calpestano quattro assi di legno, con pochi oggetti e un mucchietto di costumi rattoppati. Qui risiede il suo fascino ancestrale, nel fatto cioè che tutto avviene di fronte ai nostri occhi, che tutto è vero pur essendo così smaccatamente simulato, ma soprattutto che quella forza sovrumana si manifesta solo a condizione che ci sia un pubblico disposto ad ascoltare e a vedere, a immaginare, a condividere il silenzio per creare il rito. L’uomo avrà sempre nostalgia del teatro perché è rimasto l’unico luogo in cui gli esseri umani possono esercitare il proprio diritto all’atto magico».

ph Alessandro Serra

Alessandro Serra 

Regista, autore, scenografo, light designer. Laureato in Arti e Scienze dello spettacolo con una tesi sulla drammaturgia dell’immagine. Nel 1999 fonda la Compagnia Teatropersona, con la quale mette in scena le proprie opere presentate in molti paesi europei, oltre che in Asia, Sud America, Russia, Regno Unito. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il premio UBU come miglior spettacolo e il premio Le Maschere del Teatro Italiano come Miglior Scenografo e miglior spettacolo per Macbettu. Il Premio Hystrio alla regìa e il Grand Prix “Golden Laurel Wreath Award” come miglior regista (MESS Festival – Sarajevo).

dal 30 novembre al 4 dicembre – mercoledì e sabato ore 19 ǀ giovedì e venerdì ore 20.30 ǀ domenica ore 16 – Teatro Arena del Sole, ia dell’Indipendenza 44, Bologna – biglietti: da 7 € a 25 € esclusa prevendita – info: 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it