FEDERICA ZANLUCCHI, cosa sono le pietre. L’ARIETE ARTECONTEMPORANEA, BOLOGNA

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Dal 29 ottobre al 30 novembre, L’ARIETE artecontemporanea, a Bologna presenta “Cosa sono le pietre”, mostra personale di Federica Zanlucchi (Trento, 1994).

Dentro il respiro circolare che riporta l’acqua alle pietre e agli oceani il vapore diffuso nell’atmosfera resterà invisibile: le nuvole riveleranno la sola immagine distinta che rappresenti l’acqua mentre si separa dal suo giaciglio roccioso. A valle, il mondo organico e minerale, specchio del vortice impalpabile che ne sovrasta le guglie e le ambasce, riflette ancora nella pietra quella “straziante meravigliosa bellezza del creato” che Jago, abbandonato in una discarica nel film di Pasolini, poteva scoprire osservando il commovente andirivieni delle nuvole.

Nell’opera recentissima di Federica Zanlucchi trovano spazio mille mondi sotterranei o abbarbicati o sommersi, dimora a miceli e a licheni e a balani, apparecchiati su scenari che inquadrano prospettive sterminate: si manifestano le intelligenze vegetali, le strategie di ogni fungo, le migrazioni di stormi, di banchi, di sciami. Il paesaggio appare frantumato in scaglie, ciottoli e carapaci assemblati dal tempo, convenuti da diversi ecosistemi, laddove ogni pietra è gremita di memorie, come un diario remotissimo e incompiuto. I sedimenti calcarei, impronta minerale di organismi vitali, come le nubi si ridisegnano attraverso ogni sguardo, che ne rigenera il senso animandoli con nuove emozioni, ricordi, esperienze. L’ambiente che respiriamo si rappresenta elaborando le sue tracce nella memoria, attraversando i tempi e i luoghi, senza gerarchie stabili o scale di grandezza: gli strati porosi della pietra o la trasparenza vitrea delle rocce bagnate da una livida luce pluviale, le valve striate delle conchiglie, l’habitat sottomarino e alfine il fertile, popoloso, terreno dei sottoboschi.

Completano la mostra alcuni lavori su carta dalla serie dei Breviari, sviluppata nel 2020. Come una cassetta entomologica o un erbario, questi brevi segmenti raccolti dal ricordo di molte camminate diventano indizi di paesaggi più ampi. Squame lucenti o rami d’araucaria, la muta di un serpe o la casetta dei molluschi, ruvidi coralli e ossa scolorite si susseguono lungo le trame di una campionatura perpetuamente in itinere.

Fino al 30 novembre 2022

Bologna, L’ARIETE artecontemporanea, via Marsili 7. Info & Orari: www.galleriaariete.it