A Wound in a Dance with love è il titolo dell’ampia monografica sull’artista di origini irlandesi Sean Scully che il MAMbo di Bologna ospiterà fino a domenica 9 ottobre.
Sean Scully (Dublino, 1945) è considerato uno dei massimi esponenti della pittura astratta contemporanea. Il suo arrivo a Bologna è in realtà un ritorno: 26 anni fa la città rossa ospitò una sua personale nella sede della GAM di Villa delle Rose. L’attuale mostra affonda invece le sue radici in precedenti monografiche alla Kerlin di Dublino, il partner maggiore dell’esposizione del MAMbo curata da Lorenzo Balbi.
UN LUNGO VIAGGIO
Non è mai facile ripercorrere le tappe del percorso dell’artista, la ricerca e l’evoluzione della pratica del pittore segue una logica complessa che talvolta si può tradurre in ripetizione. Ma è proprio nella serialità che sta l’approfondimento, la volontà di conoscere, scavare, andare a fondo, alla scoperta di qualcosa di ineffabile, quel qualcosa che spinge l’artista ad andare avanti, insistere, ricercare, cambiare direzione, tornare indietro, ripartire.
La pratica di Sean Scully risulta molto coerente in questo aspetto – se si dovessero cercare delle parole chiave per definirla, queste sarebbero astrazione, ricerca, indagine sulla luce, in una scomposizione geometrica delle figure mentale, rigorosa.
Estrarre / astrarre il reale è al centro dell’arte di Scully, tuttavia, nella mostra non manca il figurativo, elemento che può a tratti sorprendere ma allo stesso tempo donarci una visione più ampia della direzione di senso di questa pratica artistica.
Sean Scully è un artista colto, analitico, e infatti non mancano le citazioni verso i suoi grandi maestri: Rothko, Matisse, Van Gogh, e ancora Malevic, Pollock, Mondrian; ma anche un altro artista che ha fatto dell’indagine delle forme e della serialità il suo cavallo di battaglia, ovvero Morandi, omaggiato con due opere all’interno del museo dedicato al pittore bolognese.
TRA ASTRAZIONE E REALE
La mostra si apre con le più note e mature What makes us too (2017) e Uninsideout (2018 – 2020), a cui seguono poi i dipinti che hanno reso l’artista noto e che sono caratterizzati dai così detti inset – motivi in contrasto con la texture prevalente, incastonati nel dipinto come piccole finestre.
Al centro della sala delle ciminiere troneggia la mastodontica scultura Opulent Ascension (2018), precedentemente allestita per la 58° edizione della Biennale di Venezia all’interno della chiesa di San Giorgio Maggiore. La torre, realizzata in feltro, rappresenta la realizzazione fisica della complessa astrazione di Scully.
«Feltro: un materiale che per esistere viene pressato, e non tessuto a partire da una linea. […] Può la pelle di qualcosa, di qualsiasi essere, di qualsiasi oggetto, essere così preponderante da definire ciò che esso è? Tanto che tutto quanto sta all’interno diventa subordinato a ciò che sta fuori. Amo questa domanda. Perché non potrò mai darle risposta» (Sean Scully, New York, 9 marzo 2020).
Nella sala delle ciminiere troviamo poi alcune opere della serie Landline, tra cui Oisìn Green (2016), e Oisìn Sea Green (2016), dedicate al secondo figlio Oisìn, il trittico Arles Nacht Vincent (2015), omaggio a Van Gogh, e Black Square (2020), una citazione di Malevic.
Ma è verso la fine del percorso che arriva l’elemento di sorpresa con dei disegni figurativi dell’artista dal segno pittorico ed elegante, soggetto poi ripreso con la serie più recente delle Madonne (2018 – 2019), pitture di una madre con bambino intenti a giocare con la sabbia, scene intrise di sentimento, affetto, tenerezza.
NON È UN PERCORSO RETTILINEO
La strada dell’artista non segue una linea retta, bensì, si tratta di un percorso fatto di curve, di retromarcia e di accelerazioni.
I temi figurativi di Scully in una fase tarda del suo operato, temi a lui cari ripresi con una maturità e una variazione data da decenni di sperimentazione ne è la prova tangibile.
A Wound in a Dance with love delinea un percorso lucido e coerente di un artista devoto all’indagine, all’astrazione e al colore. Un percorso fatto di “domande a cui non si possono dare risposte” che ci donerà ancora molte altre domande.
fino a domenica 9 ottobre 2022 – MAMbo, Via Don Minzoni 14 Bologna – ingresso intero 6 euro, ridotto 4 euro