Liberi tutti! è lo spettacolo inaugurale del Meeting per l’amicizia tra i popoli 2022. Andato in scena il 20 agosto 2022 a Rimini è un adattamento del testo teatrale di Gilbert Keith Chesterton (intitolato La sorpresa), scritto da Giampiero Pizzol, con la regia di Otello Cenci.
Lo spettacolo a prima vista può apparire insolitamente denso di contenuto, di personaggi, di parole e argomentazioni. Insolitamente, però, solo all’interno della tradizione teatrale… nella quale probabilmente non va inserito. Perché no? Perché Chesterton non è un drammaturgo. Le sue due uniche opere teatrali sono qualcosa di magico e sorprendente per la sua produzione (infatti si chiamano proprio Magia e La sorpresa). Chesterton non è drammaturgo, ma romanziere (autore del ciclo di Padre Brown) e, prima ancora, saggista. Quest’opera infatti corrisponde in tutto e per tutto a un saggio.
E come ogni saggio che si rispetti presenta una tesi, uno svolgimento, che avviene tramite un esperimento, e una conclusione.
Tesi
La tesi di Chesterton sembra la stessa di Luigi Pirandello ne I sei personaggi in cerca d’autore: la volontà di indagare il conflitto che si origina tra una creatività “creatrice” e una libertà “liberatrice” (non a caso La sorpresa è dichiaratamente scritto con l’intento di confrontarsi e superare Pirandello). In parole più semplici: ne La sopresa ci sono alcuni personaggi, burattini creati da un autore, il mastro burattinaio, che ad un certo punto vengono liberati dei loro fili e acquisiscono libero arbitrio. La trama dello spettacolo coincide, a partire da questo momento, con la commedia messa in scena dai burattini, dal titolo La sorpresa, basata sugli scambi di coppie tra una principessa, la sua dama di compagnia, un principe e un poeta. Una storia che viene raccontata al pubblico per ben due volte.
Svolgimento
L’esperimento con cui Chesterton conduce il suo studio è quello di mostrare due volte di seguito al pubblico la stessa storia. La prima volta i burattini sono legati alla trama e al loro personaggio. La seconda volta sono liberi di fare le loro scelte. Così la prima versione della storia giunge al lieto fine, mentre la seconda termina in tragedia.
Conclusione
La conclusione dello spettacolo-saggio sembra la seguente: l’uomo nella sua libertà è responsabile del male. La dimostrazione? Nella commedia La sopresa, messa in scena dai burattini, l’autore, volutamente, non ha inserito un antagonista. Se la seconda volta il finale è stato amaro, la causa è quindi da ricondurre ai personaggi stessi. Eppure, anche essendosi “dannati”, questi personaggi vengono “salvati” da Chesterton che nel testo originale fa tornare in scena il burattinaio a ripristinare l’ordine delle cose.
Ma qui entrano di nuovo in scena libertà e creatività.
Infatti, gli autori Otello Cenci e Giampiero Pizzol, in quanto liberi professionisti, decidono di usare questa loro libertà e cambiare il finale di Chesterton. Lo fanno aggiungendo un filo, che lega il burattinaio ai suoi burattini. Un legame che tutti gli esseri umani conoscono e possono capire: il filo del rapporto filiale. I burattini, vivi, si tolgono la maschera, e lo stesso fa il burattinaio, e si presentano come una famiglia di figli e genitori. Una famiglia come tutte, con i suoi problemi, ma che si ritrova a tavola a mangiare insieme.
È un finale quasi da cinema neorealista, adatto a un testo che affronta il rapporto di un attore con la parte, e propone un’altra conclusione, ribadendo che anche nella libertà più totale c’è sempre un legame, che non vincola ma che non si può tagliare.
E questo finale arriva inaspettato, come a voler fare, di rimando a Chesterton, una sorpresa.
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