«In questo lavoro parliamo di muri e di barriere fatti di pietra e filo spinato che possono diventare invalicabili, ma anche di come spesso è proprio la difficoltà di relazione tra le persone o con sé stessi che crea muri di paura e diffidenza o confini individuali»: Alberto Grilli, regista del Teatro Due Mondi di Faenza, introduce lo spettacolo per tutti Come crepe nei muri, che a pochi giorni dall’importante riconoscimento da parte del Ministero della Cultura del percorso artistico e sociale dell’ensemble, si appresta ad essere presentato domenica 24 luglio al Festival Internazionale delle Arti Inclusive Idyllerei di Norimberga, in Germania e sabato 30 luglio a Fredrikstad, in Norvegia nell’ambito di Integrated – disintegrated, progetto di collaborazione tra Teatro Due Mondi e Studium Actoris international theatre ensemble durante il quale gli artisti faentini coinvolgeranno un gruppo di cittadini, che saranno insieme a loro in scena nello spettacolo finale (anche questo tour ha ottenuto un finanziamento speciale del Ministero della Cultura).
L’esito di questo incontro internazionale sarà poi, a metà settembre, presentato anche a Faenza, nuovo esito di Senza Confini, percorso creativo che dal 2011 il Teatro Due Mondi attua proponendo al territorio un laboratorio di teatro partecipato comunitario con rifugiati e richiedenti asilo «ma anche con stranieri di paesi europei, e con italiani che qualche volta possono sentirsi stranieri, ciascuno perso nel proprio labirinto».
«L’ignoranza alza i muri, e la conoscenza crea le brecce perché poi possano essere abbattuti. Per questo Come crepe nei muri racconta di muri alti che dividono, che ancora vengono costruiti, e sono già talmente tanti che se visti dal cielo possono sembrare un enorme labirinto di varchi sorvegliati e di cul de sac» spiega il drammaturgo Gigi Bertoni in merito al senso dello spettacolo interpretato da Federica Belmessieri, Denis Campitelli, Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmori che in Norvegia e a Faenza saranno in scena, appunto, insieme a gruppi di cittadini «Gli attori incontrano questi muri, e se tentano di superarli vengono respinti e allora devono ricominciare. Devono fare i conti anche con la naturale paura di incontrare lo sconosciuto. Ci si studia, si tenta di capire se ci si può fidare, ma solo facendo le cose insieme, stendendo corde tra due rive, portando acqua dove manca, curando una ferita, svegliandosi la mattina sotto uno stesso cielo, ci si conosce e ci si apprezza, e ci si fida, l’un l’altro».
Aggiunge Alberto Grilli: «Come sempre nel nostro lavoro di strada, le azioni, ciascuna attorno a un tema, vengono messe in scena attraverso coreografie, canti corali -musiche originali e direzione musicale sono di Antonella Talamonti– e testi che sempre hanno un grande impatto visivo e di contenuto, fanno vedere il nostro modo di intendere il teatro e il mondo e propongono un momento di scambio con il pubblico».
Come crepe nei muri, creato nell’ambito del progetto di Europa Creativa Mauerspringer (Saltatori di muri) nel 2019, fino ad ora è stato presentato in Italia, Germania, Francia, Polonia, Spagna.
I nuovi approdi di questa creazione, ennesima manifestazione della pervicace attitudine internazionale e inclusiva che da sempre caratterizza il progetto artistico del Teatro Due Mondi, avranno luogo a pochi giorni dalla notizia di aver ricevuto, per il triennio 2022-2024, il pieno sostegno del Ministero della Cultura rientrando tra i soggetti finanziati mediante il FUS – Fondo Unico per lo Spettacolo.
«Tale riconoscimento ci gratifica e incoraggia»: spiega Alberto Grilli, direttore artistico e regista del gruppo «useremo le nuove risorse, il cui ammontare ad oggi non è stato ancora quantificato da parte del Ministero, per implementare le attività rivolte alle cittadine e ai cittadini, cuore pulsante del nostro progetto, artistico e umano».
Per ottenere il riconoscimento da parte del Ministero della Cultura sono stati valutati la qualità della direzione artistica, del personale artistico e del progetto, l’innovatività e l’assunzione del rischio culturale, gli interventi di educazione e promozione presso il pubblico a carattere continuativo realizzati anche attraverso rapporti con università e scuole, la continuità e l’affidabilità gestionale, le strategie di gestione in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, la partecipazione a festival, la strategia di comunicazione e lo sviluppo, creazione e partecipazione a reti nazionali e internazionali.
Su quest’ultimo aspetto, vale segnalare tra l’altro la realizzazione di una rete informale che unisce il Teatro Due Mondi e altre due Compagnie, il Teatro dell’Orsa di Reggio Emilia e il Faber Teater di Chivasso (TO), anch’esse per la prima volta sostenute dal FUS per un triennio.
Nato a Faenza nel 1979 come teatro di gruppo, il Teatro Due Mondi è da allora impegnato in una ricerca tesa alla costruzione di un teatro colto e popolare, sia per spazi al chiuso che all’aperto, radicato nelle tradizioni ma teso a costruire un linguaggio accessibile a tutti, attento a cogliere le urgenze della società. Uno degli obiettivi del lavoro è, da sempre, creare un dialogo con le fasce di pubblico con minori opportunità (stranieri, persone distanti dalla fruizione culturale, fasce socialmente deboli, giovani). In oltre quarant’anni di attività militante hanno portato i loro spettacoli e i loro progetti artistici e sociali in tutto il mondo, dal Nord Europa al Sudamerica, dall’Asia all’Est Europa (più di quattromila repliche nei teatri e nelle piazze di trentasei Paesi di quattro continenti).