L’omaggio del Biografilm a Gianni Celati

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Nella sezione Poeta del documentario, il Biografilm di Bologna tutte le sere dal 14 al 17 giugno omaggia il grande scrittore scomparso nei primi giorni del 2022 Gianni Celati.

Su questo personaggio piuttosto singolare, forse unico, del nostro mondo letterario, circondato da un’aurea di leggenda, potete recuperare facilmente, in rete, il breve testo Esercizio autobiografico in 2000 battute. Ci dice molto di lui, in poche parole. Delle sue tante attività: le traduzioni, l’insegnamento all’università, i viaggi in giro per il mondo, i trasferimenti, le esplorazioni della Valle Padana, il cinema. E del suo modo di essere e di vivere, della sua perenne fuga da un’Italia invivibile, della curiosità verso altri mondi. In un passaggio scrive: “Tutto a monte, nessuna speranza, nessun timore”.

L’omaggio del Biografilm è dedicato alla sua attività nel campo nel cinema, come autore di documentari.

A seguire trovate una piccola guida ai documentari della rassegna (diverse informazioni e citazioni sono tratte dalla Cronologia pubblicata nel Meridiano Mondadori dedicato a Gianni Celati).

Strada provinciale delle anime, 1991 (58’)

Nel 1990 Celati riceve da Angelo Guglielmi la proposta di girare un documentario per la RAI, sulla base dei racconti di Verso la foce, da poco rieditato da Feltrinelli in una edizione ampliata. Organizza subito una serie di sopralluoghi lungo le pianure del delta del Po, assieme ad una piccola squadra di collaboratori ed operatori. Nel giugno dell’anno successivo, da piazza San Giorgio di Ferrara, parte una corriera azzurra per una spedizione lungo questi luoghi, al di fuori dei circuiti del turismo estivo e delle cose note riportate nelle guide. Racconta Celati: “Poi man mano si aggiungevano altre persone e siamo aumentati di numero, tanto che dentro la corriera eravamo fittissimi”. Il documentario ci mostra diversi incontri con la gente che vive in questi luoghi. Verso Portomaggiore, nei pressi del paesino in cui è nata la madre di Celati, la corriera con la sua numerosa compagnia si ferma davanti ad un cartello in cui è scritto: Strada provinciale delle anime. Forse faceva riferimento ad una via che conduceva ad un piccolo cimitero, ma ora non porta più da nessuna parte ed è chiusa da un muro.

 

Luigi Ghirri e Gianni Celati

 

Il mondo di Luigi Ghirri, 1998 (52’)

Gianni Celati era legato da una strettissima amicizia con il fotografo Luigi Ghirri (che in auto aveva seguito la spedizione della Strada provinciale delle anime), scomparso prematuramente nel 1992. Assieme avevano condotto varie ricerche attorno allo studio del paesaggio ed erano uniti da una profonda affinità. Alcuni anni dopo decide di dedicare on omaggio all’amico, girando un documentario fra Modena e Reggio Emilia, dove sono in corsa varie manifestazione per ricordare il fotografo scomparso, attraverso alcuni dei luoghi che più aveva amato. Così Celati ha ricordato l’amico: “L’idea fondamentale di Ghirri applicata alla foto è quella della proiezione affettiva: lo sguardo come incontro con le cose, verso cui dirige una nostra tendenza intima. Non esiste foto di Ghirri che si offra come pura documentazione: tutte mostrano questo orientamento verso un campo di prossimità, di simpatie, di attrazioni e riconoscimenti di un’intimità esterna. Ma insieme a tutto questo va ricordata una contentezza che raramente abbandonava Ghirri, nella sua intensa ricerca per le campagne di Reggio Emilia. La contentezza ci guidava per tutti gli angoli dell’infanzia di Luigi, lungo il Po fino alla bassa ferrarese, sulla sua scassinata Volkswagen, con le inevitabili canzoni di Bob Dylan a farci compagnia. E non smettevamo mai di scambiarci idee su tutto”.

Case sparse. Visioni di case che crollano (Crumbling houses), 2002, 61’

Di nuovo la grande pianura attorno al fiume Po, di cui si mostrano gli angoli più lontani e desolati, quelli che circondano le case e i casolari abbandonati e in rovina. Accanto a queste immagini e al racconto dei viaggi in treno della piccola troupe, le riflessioni dello scrittore John Berger sulle rovine nel nostro mondo e il monologo dell’attrice Bianca Maria D’Amato attorno al tema della fine della civiltà contadina.

 

 

Diol Kadd. Vita, diari e riprese in un villaggio del Senegal, 2010, 60’

Per questo film abbiamo recuperato una recensione che scrivemmo per Gagarin, pubblicata nel numero di giugno 2011 dell’allora mensile su carta, dopo aver assistito alla presentazione che il regista fece del suo film, al cinema Jolly di Ravenna. In rete si possono trovare alcune immagini di quella presentazione. Si sentono tantissime risate. Ed è con queste risate che ci piace ricordare Gianni Celati e, con lui, l’attore senegalese Mandiaye N’Diaye.

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Pensando a Gianni Celati ci viene spontaneamente di associarlo ad un atteggiamento di disancoramento dalla realtà per come è normale concepirla, nel senso di un distacco critico dai valori correnti, non in nome di ideali astratti o di ideologie (neppure quando andava di moda farlo), ma piuttosto sulla base di una sorta di spirito anarchico e libertario, pervaso di ironia e leggerezza. Questo spirito ci sembra l’elemento più interessante del suo ultimo e bellissimo documentario. È il diario di un viaggio in un piccolo villaggio rurale del Senegal (Diol Kadd, appunto), ai margini del deserto. Celati e la sua piccola troupe accompagnano l’attore Mandiaye N’Diaye (che a lungo ha vissuto a Ravenna, collaborando con il Teatro delle Albe di Marco Martinelli e che potremo rivedere in questi giorni al Ravenna Festival) nel suo villaggio natale con l’obiettivo di mettere in scena, coinvolgendo i suoi abitanti, una commedia di Aristofane. Ci pare che questo sia poco più di un pretesto narrativo. Il cuore del film ed il suo fascino stanno nella particolare partecipazione con la quale si racconta della vita di tutti i giorni degli umili abitanti del villaggio. Il narratore, con la sua voce fuori campo, il cui incedere ricorda quella di un ragazzo che con emozione e curiosità scopre un mondo nuovo che non pensava potesse esistere, mostra che è possibile vivere con fierezza e dignità anche nella povertà più dura, che del tempo può esserci una concezione diversa da quella frenetica e concitata cui noi siamo abituati, più contemplativa e inerte. Racconta di come, attraverso il racconto orale di miti e leggende, le tradizioni culturali, antiche e nobili, riescono a sopravvivere. Il film non avrà una distribuzione nelle sale, ma sarà a breve disponibile in formato DVD. Lo consigliano caldamente a chi è curioso del mondo.

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I film saranno tutti programmati al Chiostro del complesso di Santa Cristina “della Fondazza” a Bologna, alle ore 21.30, in queste date:
La strada provinciale delle anime: martedì 14 giugno
Il mondo di Luigi Ghirri, mercoledì 15 giugno
Case sparse, giovedì 16 giugno
Diol Kadd, venerdì 17 giugno

 

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Dario Zanuso: Ama, al pari di un’iguana, crogiolarsi per ore al sole, ma come una talpa, si trova a suo agio anche nel buio di una sala cinematografica. Il suo sogno nel cassetto è di proporre alla Direttrice una rubrica di recensioni letterarie dal titolo “I fannulloni della valle fertile” o “La valle fertile dei fannulloni”, è indeciso; da sveglio si guarda bene dal farlo: è pigro quanto un koala australiano. Aldo Zoppo: Collaboratore di Gagarin Magazine dal 2010, ha ideato con il fido Dario la rubrica Telegrammi di Celluloide. Nasce a Napoli nei mesi delle rivolte studentesche del ‘68, si trasferisce a Ravenna a metà degli anni ’90 e diventa cittadino del mondo, pur rimanendo partenopeo nell’anima. Lo si trova abitualmente nei vari festival cinematografici del bel paese, apprezza molto le produzioni dei “Three amigos” del nuovo cinema messicano e la cinematografia italiana, dal Neorealismo alla commedia all’italiana. Attore teatrale per hobby, ha interpretato tanti personaggi della commedia napoletana, da Scarpetta ai fratelli De Filippo.