Conservare, salvare, restaurare. Sono queste le tre parole chiave che hanno dato vita a Il Cinema Ritrovato di Bologna, una grande manifestazione che ogni anno riunisce la vasta comunità internazionale di cinefili attorno alle grandi opere del cinema del passato. Opere note e dimenticate, ritrovate e restaurate si alterneranno sui grandi schermi dei cinema della città e di Piazza Maggiore dal 19 giugno al 10 luglio.
Prendere parte a Il Cinema Ritrovato è una vera e propria esperienza culturale: per questo non si può che sperimentarla dal vivo, in sala o all’aperto. Solo la presenza sul luogo e l’incontro con il pubblico e gli artisti è in grado di rendere ogni proiezione diversa e irripetibile, soprattutto se ad accompagnare la proiezione è un complesso di musica dal vivo, come accadrà quest’anno per tutti i film muti in programma.
Quest’anno tre sono le macro sezioni del festival: Il paradiso dei cinefili, dedicata ai grandi maestri del cinema e a singole monografie di autori, La macchina del tempo, che si concentra sulle annate del 1902 e 1922 e sui documentari che parlano di cinema, e La macchina dello spazio, che guarda alle cinematografie di tutto il mondo. Sui grandi schermi della città rivivranno così le opere di grandi maestri come Renoir, Visconti, Buñuel, Bertolucci, Pasolini, Stevens, Sirk, von Stroheim e Murnau ma anche quelle di autori meno celebrati come Kira Muratova, Tuija-Maija Niskanen, Vojteˇch Jasný, Sidney Poitier. In particolare, i singoli percorsi monografici saranno dedicati al cinema di Peter Lorre, Hugo Fregonese, Sophia Loren, Peter Weiss, Victorin-Hippolyte Jasset e Kenji Misumi.
Tempo e spazio sono così le coordinate lungo le quali si struttura il programma del festival e la scelta dei titoli. La sezione dedicata al cinema del 1922 ospiterà grandi classici di registi come Chaplin, Delluc, Dreyer, Dwan, Flaherty, Murnau, Nazimova, Reiniger, Stroheim e Vertov, e film come Salomé, La Femme de nulle part, Robin Hood, Die Gezeichneten, Nosferatu, Foolish Wives per citarne alcuni. Tutti film che sperimentano per ampliare le possibilità espressive ed estetiche del cinema. E poiché evoluzione è la parola chiave che caratterizza la settima arte, il Festival dedica anche una serie di appuntamenti ad alcuni film fondativi che hanno dato il via a generi e territori creativi da allora in espansione: da Victorin-Hippolyte Jasset che inventa non solo il poliziesco con Nick Carter, ma anche le serie con eroi criminali demoniaci come Zigomar e la prima superwoman con Protéa, a Murnau con il primo horror Nosferatu; dal documentario Nanook of the North di Robert Flaherty al neorealismo di Sciuscià di Vittorio De Sica; dal cinema novo di Il dio nero e il diavolo biondo di Glauber Rocha a Gola profonda di Gerard Damiano. Tutti titoli che strutturano anche un percorso nella Storia: dalla Marcia su Roma all’arrivo di Mussolini al governo, dal nazionalismo di Kemal Atatürk in Turchia all’incendio di Smirne, fino all’antisemitismo e i pogrom nella Russia dei primi del Novecento.
Ci sono poi gli spazi. C’è l’Algeria libera, appena uscita dagli orrori della lotta armata tratteggiata da Ennio Lorenzini in Les Mains libres. C’è la Jugoslavia, che dal punto di vista artistico visse la sua epoca d’oro tra gli anni Cinquanta e Sessanta, con l’emergere di nuovi artisti che portarono alla ribalta innovazioni estetiche non mancando di confrontandosi con la realtà contemporanea: da Tri zgodbe di France Kosmač, Jane Kavčič e Igor Pretnar, a Ne okreći se, sine di Branko Bauer, da Zenica di Jovan Živanović e Miloš Stefanović a Deveti krug di France Štiglic, da Ples v dežju di Boštjan Hladnik a Tri di Aleksandar Petrović, da Čovek nije tica di Dušan Makavejev a Zaseda di Živojin Pavlović, per citare alcuni dei titoli in programma. Ci sarà anche la Cecoslovacchia, rappresentata da un autore come Vojtěch Jasný e il suo C’era una volta un gatto, e il Giappone con Kenji Misumi. Non mancherà la Germania, con le sue formidabili commedie musicali degli anni Trenta, mentre la sezione Cinemalibero offrirà agli spettatori un vero e proprio viaggio, passando per la Finlandia, l’India, il Messico, il Senegal.
Un programma come ogni anno ricco ed eterogeneo, che punta a riempiere gli occhi del grande pubblico con grandi capolavori cinematografici che hanno rappresentato un importante tassello per quella grande rivoluzione tecnologica e artistica nata nel XIX secolo e viva ancora oggi grazie a un’operazione di continua sperimentazione e innovazione.