Dopo due anni di sosta dovuta alla pandemia, quest’anno si terrà per la quindicesima volta, mercoledì 25 maggio negli spazi di DAMSLab a Bologna, la rassegna Videoart Yearbook. L’annuario della videoarte italiana. Il progetto, unico in Italia nel suo genere, è condotto quest’anno da un rinnovato gruppo di ricerca costituito da Renato Barilli, Piero Deggiovanni, Pasquale Fameli e Silvia Grandi.
L’intento della rassegna è di valorizzare la videoarte italiana selezionando ogni anno opere che spaziano dalla video-performance alla computergrafica, offerte al pubblico in un’unica sequenza, come una proiezione cinematografica. La formula adottata è quella di una proposta di sedici opere rappresentative delle innumerevoli declinazioni che la più recente videoarte consente, dall’indagine sul corpo alle prove di resistenza fisica, dalla reinvenzione dei codici filmici alle varie forme dell’animazione. In quindici anni di attività si è costituito infatti un archivio di svariate centinaia di opere, capace di attestare le ampie possibilità espressive del mezzo video.
Come afferma Piero Deggiovanni: “La video arte tutta, dalla sua nascita sino ad oggi, ovvero, dopo la digitalizzazione di tutti i segnali analogici, conferma ciò che Renato Barilli ha osservato e verificato a partire dagli anni Sessanta in poi: l’arte ama sperimentare ogni innovazione tecnologica forzandola, tentandola, interpretandola. La selezione del Videoart Yearbook segue il medesimo sentiero che attualmente giunge alla sperimentazione a tutto tondo circa le potenzialità espressive del software, la cui egemonia indiscussa nelle attuali produzioni aggiunge soluzioni grafiche originali a un impianto linguistico agganciato a solide e collaudate strategie dell’argomentazione”.
Pasquale Fameli sottolinea che “Elaborando una dimensione finzionale, l’opera video decostruisce i codici filmici e riattualizza le strategie persuasive della retorica. L’allegoria, intesa come azione da interpretarsi diversamente dal suo significato apparente, diventa quindi un mezzo utile per riflettere su aspetti cruciali della nostra esistenza, sulla difficoltà delle relazioni o sulle barriere che separano gli uomini”.
Silvia Grandi invece precisa che “L’impiego artistico del video è storicamente connesso alle esperienze della performance pertanto la corporalità e il comportamento continuano a giocare un ruolo centralissimo anche nella più recente ricerca video, ambientando l’azione in situazioni e contesti scenici appositamente costruiti. È quindi l’estensione della ‘performance vestita’, incentrata sul camuffamento e sull’interpretazione di un ruolo, che si orienta verso la materializzazione di un immaginario non privo, talvolta, di elementi citazionisti e revivalisti”.
Gli artisti invitati sono: Karin Andersen, Apotropia, Elena Bellantoni, Filippo Berta, Citron Lunardi, Audrey Coianiz, Silvia De Gennaro, Elisabetta Di Sopra, Igor Imhoff, Francesca Leoni e Davide Mastrangelo, Francesca Lolli, Marcantonio Lunardi, Christian Niccoli, Lorenzo Papanti, Mena Rusciano, Gennaro Sorrentino/Rinedda.
Per l’occasione inoltre è stata istituita una partnership con l’associazione Vertov Project che dal 2016 organizza IBRIDA Festival delle Arti intermedialidi Forlì e che nel corso della serata presenterà a sua volta una selezione di video internazionali.
mercoledì 25 maggio, ore 17.30-20 – Auditorium del DAMSLab, P.tta P.P. Pasolini 5/b, Bologna – ingresso libero – info: videoartyearbook1@gmail.com