The Hanging Stars “Hollow Heart” CD/LP (Loose Music)

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Sto ascoltando le novità arrivate in negozio selezionate dal mio collega Antonio, mi documento un po’ per poterle raccontare ai clienti e associarne lo stile a chi mi chiede consiglio.

Dopo gli album di Maita e di Jana Horn a cui forse dedicherò un altro capitolo, arrivo agli The Hanging Stars, band londinese che si descrive come “cosmic country folk band”, e dentro a questo quarto album Hollow Heart c’è tutto questo.

Le atmosfere della psichedelia West Coast americana, l’appiglio al genere Americana, le chitarre jangle, gli intrecci vocali, per un’atmosfera che vibra della luce delle stelle, seppur “a penzoloni”. Non mancano i cieli grigi di Londra che arrivano sotto forma di melodie melanconiche e suoni che ricordano anche i Pink Floyd.

Metto su tutto l’album e mi fermo alla n.5, che è stata ascoltata talmente poche volte su Spotify da non essere nemmeno indicato il numero di ascolti. Li tiro su io? La n.5 porta un titolo suggestivo, Ballad of Whatever May Be, “La Ballata di Qualunque Cosa Possa Essere”, e mi riporta con delicatezza ad accogliere quel sentimento di incertezza vibrante del vivere.

E può essere anche bello, arrivarci così.

 

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Ascolto musica per tanti motivi, ma il più frequente è perché le canzoni che mi piacciono mi fanno sentire capita e accolta nelle altalene di emozioni quotidiane. Mi sono tanto domandata “in che modo esattamente la musica ci fa stare bene?” o “perché la musica ci può salvare?”, e lavorare per 12 anni in un negozio di dischi mi ha dato esperienze per fare delle ipotesi. Una di queste è che quando un ascoltatore incontra una canzone o un disco che “gli piace”, quei suoni sono un’opportunità per sintonizzarsi sulla stessa frequenza emotiva. Rabbia, malinconia, eccitazione, tristezza, gioia: la musica (o l’arte) che ci piace ci fa sentire da fuori quello che sentiamo dentro. E’ possibile? Ecco perché cercare musica nuova in cui rispecchiarmi, è come trovare tracce di me. Dritte e suggerimenti di ascolto per noi e per i clienti arrivano anche da Antonio Fabbri, che cerca dischi con me alla Casa del disco, ed è un grande “facilitatore” di sintonie.