Giorno della Memoria, un percorso tra le strade di Faenza

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Tempietto della Memoria, sul lungofiume Amalia Fleischer

Il 27 gennaio di ogni anno si celebra il Giorno della Memoria e nel corso della settimana sono sempre più numerose le iniziative e gli eventi che commemorano le vittime dell’Olocausto. A queste si aggiunge quest’anno Alla scoperta dei luoghi-simbolo della persecuzione anti-ebraica, le visite guidate organizzate dalla Pro Loco di Faenza nelle giornate di sabato 22 (ore 15) e domenica 30 gennaio (ore 10).

Sarà la Regia Scuola di Ceramica il punto di partenza di un percorso che si compone di diverse tappe all’interno della città, alla scoperta di alcuni luoghi simbolici. Qui infatti è custodita la copia fedele, realizzata dal professor Rino Casadio, del piatto in ceramica di Werner Jacobson. Giunto a Faenza appositamente per studiare, il giovane ebreo tedesco ha realizzato questo particolare piatto nel 1938, decorandolo con numerosi simboli biblici.

Il Museo Argylls Romagna Group sarà invece la seconda tappa di questo percorso nella memoria: al suo interno infatti un intero settore è stato dedicato alla Soah ed è possibile entrare nel vivo della Storia attraverso l’esposizione di alcuni reperti corredati da apparati illustrativi.

Passando poi per l’ex casa del notaio Sciuto, che nascose l’intera famiglia De Benedetti, si giungerà al Monastero delle Clarisse: al suo interno sono custoditi alcuni degli effetti personali di Amalia Fleischer. Nata a Vienna nel 1885, figlia di Bertoldo Fleischer e Anna Michalup, Amalia si trasferisce a Faenza nel 1938 e viene ospitata dall’amica e preside Giovanna Canuti presso il Monastero, dove impartisce lezioni private di lingue straniere. Qui fu arrestata il 4 dicembre 1943, detenuta in carcere prima a Ravenna e poi a Milano da dove è partito il convoglio che l’ha condotta ad Auschwitz.

Ad Amalia è dedicato anche il lungofiume dove sorge il Tempietto della Memoria: si tratta di un manufatto dimesso dell’antico sistema fognario urbano che fu trasformato dall’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica “Gaetano Ballardini” in un’opera artistica dedicata a tutte le vittime dei campi di sterminio nazisti. Un gruppo di allievi, coordinati dai professori Oscar Maretti e Aldo Rontini, ha realizzato due grandi pennellature di gres recanti una i nomi dei più importanti campi di morte e di lavoro coatto del nazismo, l’altra le categorie degli sterminati e dei perseguitati, con i relativi segni distintivi.

Ultima tappa di questo percorso sarà il vicino ponte costruito dalla Brigata Ebraica nei primi mesi del 1945. La distruzione portata dal passaggio del fronte nella città di Faenza aveva coinvolto numerosi edifici ed infrastrutture: questo ponte fu ricostruito nel giro di tre mesi per permette il transito dell’esercito alleato e dei suoi mezzi che dovevano essere impiegati nell’offensiva del 10 aprile.

Info e prenotazioni obbligatorie: 0546 25231, info@prolocofaenza.itwww.prolocofaenza.it