Con la prima mostra del 2022, il Museo MAGI’900 invita il pubblico a un’immersione nelle atmosfere elusive e sfuggenti dei dipinti di Alberto Zamboni, artista bolognese che nello spazio Open Box propone un’ampia personale concepita come un viaggio nella nebbia, verso una linea di orizzonte sfuggente e onirica, ma sempre guidata dalla luce.
Come sottolinea la curatrice Valeria Tassinari Per tutte le altre destinazioni “è una mostra pervasa da un profondo romanticismo, concepita come un’esperienza visiva che trasporta in una dimensione contemplativa e silenziosa, aprendo intorno allo spettatore spazi di paesaggio in cui cielo e terra si fondono e avvolgono piccole figure che li attraversano in controluce. L’esperienza della natura, che i colori riverberano in tonalità declinate nel verde e nell’azzurro, non è qui proposta come uno sguardo verso l’esterno, ma come continua ricerca di un rispecchiamento interiore, in cui il limite non è dato dalla visibilità quanto piuttosto dall’impossibilità di vedere quell’oltre che, tuttavia, sempre si intuisce e si cerca.”
Si tratta di una pittura “classica”, sensibile e visionaria, che indaga l’imprendibile linea di confine tra memoria e realtà in un dialogo di dissolvenze soffuse tra luce e ombra, visibile e invisibile. Un progetto di scandaglio del quotidiano, sotto cieli offuscati dove è possibile riconoscersi nella lenta passeggiata di solitari viandanti di pianura, ma anche nella sorprendente apparizione dell’elefante di Annibale o dello Zeppelin che solca il cielo, materializzazioni di storie mitizzate e oniriche che ancora echeggiano nelle voci sommesse di antichi narratori.
Come ci racconta l’artista stesso, infatti, “i quadri sono una serie di visioni che nascono da paesaggi dell’anima, dove figure in dissolvenza compaiono in un atmosfera senza tempo, corrose dalla luce che ne sfuma i contorni, sono solo comparse colte in un attimo, in un breve dialogo apparente o forse in un momento di intima contemplazione, con lo sguardo rivolto altrove. Sono testimonianze di un viaggio, piccolo o grande che sia, sono esposte ad un confine, tra un territorio reale ed uno immaginario, la luce è una frontiera, un varco verso l’inesplorato, dove i nostri protagonisti sembrano destinati.”
L’esposizione introduce un nuovo progetto della curatrice Valeria Tassinari, che durante la pandemia ha iniziato una serie di visite negli studi per mappare i luoghi della creatività e della ricerca più appartati, in un ampio territorio che attraversa, circonda e abbraccia la Pianura Padana. A queste ricerche e agli artisti che stanno lavorando su una sottile linea di sintonia poetica, si darà visibilità attraverso una serie di iniziative, espositive ma non solo, con l’intento di tracciare un profilo non convenzionale della cultura visiva contemporanea e di valorizzarne le individualità e le singolarità.
Alberto Zamboni (Bologna,1971) si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Collabora con diverse gallerie d’arte in Italia e all’estero, partecipa a diverse esposizioni pubbliche e residenze artistiche. Ha frequentato diversi studi di artisti, a cominciare da quello del padre Nicola, dove si poteva respirare un’atmosfera creativa fatta di contaminazioni, libertà e soprattutto cogliere la sensazione di potere vivere in maniera alternativa sfruttando i propri talenti, attraverso la propria arte. Oltre a dedicarsi alla pittura, ha suonato la fisarmonica nei Tony Destino e in seguito nei Senza Destino. Continua a dipingere e suonare.
Fino al 13 febbraio 2022
Pieve di Cento (BO), Museo MAGI 900, Via Rusticana A/1. Info & Orari: magi900.com