Quattordici artisti e dodici compagnie nazionali e internazionali sono i protagonisti e le protagoniste della nuova edizione di Danza Urbana che da mercoledì 1 a domenica 5 settembre trasforma la città di Bologna in un teatro a cielo aperto, in un atto di riappropriazione dello spazio pubblico attraverso la danza.
Giunta alla sua XXV edizione, Danza Urbana torna con un vasto programma che coinvolge differenti luoghi della città, nove centri pulsanti quali l’area di rigenerazione urbana DumBO – l’ex scalo ferroviario merci del Ravone; Palazzo Re Enzo, un simbolo artistico e architettonico nei pressi di Piazza Maggiore; il Chiostro della Basilica di San Martino; l’ex chiesa sconsacrata di San Mattia; l’Auditorium Enzo Biagi – Fondazione Innovazione Urbana nella Biblioteca Comunale Salaborsa; il Giardino Parker-Lennon e il Parcheggio di via Vezza all’interno del Quartiere San Donato; infine il Giardino del Cavaticcio e l’attigua Piazzetta Anna Magnani.
Nove luoghi che accoglieranno pubblico e artisti per celebrare ancora una volta il concetto di libertà della fruizione dello spazio pubblico e delle performance che si pone alla base del Festival da XXV edizioni e che in seguito all’emergenza sanitaria ancora in corso si fa sempre più forte e urgente. Attraverso la danza, gli spazi pubblici si trasformano e si rinnovano, offrendo agli spettatori o ai passanti la possibilità di vivere un’esperienza unica nel suo genere.
Come ogni anno, Danza Urbana propone un programma vasto e variegato per tipologie di proposte, tra spettacoli e performance, e per generazioni artistiche, coinvolgendo nomi nazionali e internazionalità di diverse età e formazione. Ciò che le accomuna è il principio di creazione delle loro azioni performative site specific, in sintonia con i contesti urbani. Si parte con un inizio internazionale insieme a 147 ABRAZOS dell’artista israeliano Sharon Fridman, seguito da Cristina Kristal Rizzo che propone ECHOES, una coreografia site specific che mescola realtà e streaming. Si prosegue il secondo giorno con Ares D’Angelo e Martina Martinez Barjacoba che presentano Study about repetition and efforts, una pratica coreografica in forma di training psico-fisico per cercare di andare al di là dei limiti del quotidiano, e con Shape of moving waves di Enrico Paglialunga, un dialogo tra danza e musica ispirato alla fisica del suono e alla sua propagazione molecolare nell’aria.
Ad accompagnare le perfomance ci saranno anche momenti di riflessioni ed approfondimento come la tavola rotonda DANZA URBANA XXV sguardi / spazi / prospettive future, mentre la terza giornata continua con Nicola Galli e il suo spin off Il mondo altrove, un dialogo gestuale che si ispira ai rituali indigeni dell’America del Sud, e con CollettivO CineticO che presenta Palpebra, una performance site specific in cui la compagnia prosegue la propria riflessione sul tempo, in un’indagine filosofica e fisica sulla trasposizione di condizioni proprie del mondo vegetale.
Completano il programma del festival Enzo Cosimi e il suo Coefore Rock& Roll; Fabritia D’Intino e Daria Greco in Tagadà, performance nata da riflessioni sugli strumenti del web durante il periodo del lockdown; il coreografo svizzero Joshua Monten che presenta un adattamento di Romeo, Romeo, Romeo; Annotazioni su Preistorico di Virgilio Sieni; i lavori si Parini Secondo, Flavia Zaganelli e Sara Leghissa della sezione Devi-Azioni, con i quali offrono spunti per una riflessione sulle relazioni che costituiscono lo spazio urbano; e, per concludere, la presentazione di un film\Biopic, Cunningham, documentario dell’artista di origine russa Alla Kovgan, che ripercorre l’evoluzione artistica del leggendario coreografo, Merce Cunningham, nel corso di tre decenni di sfide e di ricerca.