Poco prima di raggiungere telefonicamente Emidio Clementi faccio caso alla data: 21 luglio. Nel 1899, proprio il 21 luglio – a Oak Park – nasceva Ernest Hemingway. Un caso, banalissimo caso, lo so, ma per chi, come me, cerca segnali ovunque, un bel modo per iniziare un’intervista a un autore come Clementi, o no? Che poi Emidio Clementi, classe 1967, è molte cose, non si limita a scrivere romanzi, storie e racconti. La sua creatura musicale, i Massimo Volume, fin dagli anni Ottanta ha macinato successi e chilometri, regalando uno spaccato musicale più unico che raro: un rock duro, affilato, avvolto dai testi e dalla voce narrante di Clementi. Insomma, incroci di date, segnali superiori o no, faccio squillare il telefono di Emidio.
Prima di tutto, come stai? Sei pronto per stasera, immagino….
“Sto bene, grazie. Sono pronto e curioso. Stasera saremo al Mic di Faenza. Ultimo appuntamento per la rassegna Accordi-Libri di musicisti, musica di scrittori. Porterò una sorta di reading del mio La notte del Pratello, romanzo uscito vent’anni fa e che rivede la luce in una terza edizione, leggermente riveduta. Mi piacciono questi reading, è una formula che mi offre nuovi spunti di riflessione; in questi anni ho portato sul palco praticamente tutto ciò che ho scritto. Con me sul palco ci saranno Stefano Pilia alla chitarra e Mattia Cipolli al violoncello. Sono curioso di vedere come andrà stasera: rivedere il pubblico dopo un po’ di mesi, fa sempre un certo effetto”.
Il periodo storico che abbiamo vissuto e stiamo vivendo è senz’altro unico e fuori da quella normalità che eravamo abituati a vivere. Come lo hai vissuto e lo stai vivendo?
“Inizialmente come une vera e propria vacanza. Ho staccato completamente la spina. Dopodiché mi ha senz’altro smosso l’ispirazione”.
Nuovo disco o nuovo romanzo?
“Romanzo. Ho scritto una storia e spero possa vedere la luce a settembre. Musicalmente mi incontrerò a breve con i Massimo Volume: abbiamo voglia di rimetterci a scrivere della buona musica”.
Tornando un po’ a stasera: hai detto che proporrai alcuni spaccati del tuo più celebre romanzo, La Notte del Pratello. Che effetto fa rileggere quelle scene che sono, di fatto, autobiografiche? Dopo tutto in vent’anni le cose cambiano parecchio…
“È un romanzo cittadino, Bologna senza dubbio è una protagonista del romanzo. Rileggendolo ho apprezzato una sorta di ironia, un’aria quasi comica e divertita che probabilmente mi ero perso anni fa. Un’artista nel corso degli anni acquisisce consapevolezza, prende le misure del proprio talento, ma spesso perde per strada qualcosa. Questo rivivere certe atmosfere mi ha senz’altro aiutato a cogliere sfumature che, volente o nolente, ho perduto per strada”.
Pertanto, a distanza di tempo, ti sei riconosciuto ancora in quelle pagine. Emidio c’è ancora in quello spaccato bolognese?
“C’è eccome. Non c’è più la sua giovinezza, quella l’ha perduta [ridiamo]. I temi, la poetica, la visione del mondo, sono rimasti i medesimi. È cambiato il contesto: non c’è più Via del Pratello, non c’è più quella vita marginale, che sono stato contentissimo di aver vissuto, ma che, oggi a 54 anni, non vorrei rivivere. La povertà si accompagna bene alla giovinezza, ma si accompagna un po’ meno bene alla maturità e alla vecchiaia, secondo me”.
Si dice che la playlist di un uomo…
“Possa suggerirti molto di quella persona? … In effetti è così, anche se, ultimamente, sto ascoltando un po’ di tutto. Lo so è banale dirla così. Ti posso dire che sto ascoltando a ripetizione il pezzo, The Good Life di Tony Bennett – sarà che sono felice? – e mi lascio trasportare parecchio dalle atmosfere docili e oniriche di Infra, l’album di Max Richter. Mi rilassa, parecchio”.
Dunque rilassato e felice: non male. Passiamo alla letteratura. Sul comodino che libro tieni?
“Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. Un po’ pesantuccio, lo so, ma così essenziale”.
Emidio Clementi leader dei Massimo Volume, e autore di romanzi, è il protagonista della serata conclusiva della rassegna Accordi-Libri di musicisti, musica di scrittori. Il concerto-spettacolo è realizzato da Gagarin in collaborazione con Strade Blu, con il sostegno del Comune di Faenza e la collaborazione del Museo internazionale delle ceramiche.
Per prenotazioni: 0546697311, info@micfaenza.org