Gli spazi di Artificerie Almagià si aprono al pubblico per ospitare un’installazione site specific immersiva composta da tredici grandi immagini raccolte dall’artista Silvia Camporesi, che resteranno esposte fino all’8 agosto.
La raccolta di immagini da parte dell’artista ha avuto inizio nella tarda primavera 2021 nell’area ex SAROM di Ravenna. Un’area divenuta famosa grazie ad Antonioni e al suo Deserto Rosso, oggi preclusa all’accesso collettivo a causa del processo di fitobonifica in loco da parte di Eni Rewind. Configurandosi come prima azione del progetto Appunti per un Terzo paesaggio, Silvia Camporesi fa di SAROM un simbolo, una TerRapia – tema centrale di questa nuova edizione – necessaria al mondo e al nostro essere al mondo, che ha inizio dall’andare con la Natura e il paesaggio, abbandonando il nostro essere predatori.
Un’installazione volutamente di grandi dimensioni, con diverse fotografie di svariati formati poste ad esaltare e amplificare il processo in atto nell’area, così come la scelta dei materiali, fluidi e mobili, simbolo della metamorfosi in atto. Con questa installazione Silvia Camporesi fa di SAROM il teatro di una possibile assonanza con la nostra casa a partire dalla guarigione dei luoghi che abitiamo, accompagnando il flusso lento di rigenerazione e metamorfosi della terra, favorendo la cicatrizzazione delle ferite che le abbiamo inferto in passato in preda alla nostra consueta hybris.
Uno spazio-metafora dunque che ricostruisce le tracce della vita umana: le grandi torri Hamon di Deserto Rosso, i resti delle cose umane, i fantasmi e i sogni infranti del boom economico. E lo fa servendosi non solo di immagini ma anche di una mappatura sonora della città, Ecophonia, progetto interno ad Almagià Creative Hub con tutor Edoardo Raffellini, coordinatori Alice Fabbri e Alessandro De Lorenzi e partecipanti i giovanissimi Martina Casadei, Giovanni Fantini e Alberto Tamburini.
Info: www.retealmagia.org; 3391583071; presidente@retealmagia.org