MODELLARE L’ACQUA CON LA TRADIZIONE

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Mario Airò, "Modellare l'acqua"

A partire da mercoledì 30 giugno, dopo due giorni di allestimento insieme all’artista, “Modellare l’acqua” di Mario Airò è entrata a fare parte della collezione permanente del MIC di Faenza grazie alla donazione della Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture di Castelbasso. Il progetto, a cura di Simone Ciglia, è stato promosso infatti dalla Fondazione Menegaz, realizzato con il sostegno dell’Italian Council (6 Edizione, 2019), programma di promozione dell’arte contemporanea nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e Attività Culturali e per il Turismo.

L’opera è stata creata nel contesto di una residenza dell’artista nei laboratori ceramici di Castelli (TE), storico centro di produzione della maiolica in Italia, tra il 2019 e il 2020.

L’installazione, che ha beneficiato dell’apporto di Arago Design (Elisabetta Di Bucchianico e Dario Oggiano), e di Daniele Paoletti, è stata esposta in anteprima allo spazio Bazament di Tirana (in collaborazione con l’Istituto Italiano di cultura di Tirana).

Raggiunti gli ampi spazi dedicati alla collezione permanente, l’opera si presenta, prima ancora che visivamente, a livello sonoro, attraverso il rumore dello scorrere dell’acqua che si espande nello spazio. Un aspetto caratterizzante della poetica di Airò è infatti la volontà di generare un habitat immersivo, eliminando i confini tra oggetto e ambiente.

L’installazione consiste in ceramiche di varie forme che, sorrette da stativi, si articolano nello spazio per riprodurre idealmente il letto di un fiume. Un meccanismo a tubature permette lo scorrimento continuo dell’acqua. Sull’opera converge la luminosità delle vetrate intorno, che valorizza ancora di più il materiale protagonista dell’opera, enfatizzandone le proprietà materiali.

I design industriali della ceramica d’uso, abbelliti dai decori tradizionali di Castelli, cedono all’informale, come se fossero plasmati sotto il flusso continuo dell’acqua. Si innesta un duplice sguardo: da una parte la focalizzazione sul particolare (ogni ceramica è stata modellata liberamente e ludicamente dall’artista), dall’altra la visione dell’opera in toto, dove le ceramiche diventano i sassi di un fiume animati dallo scorrere dell’acqua.

L’aspetto giocoso e quasi comico che sta alla base dell’idea di modellare l’acqua come a voler sfidare le leggi naturali, e di farlo servendosi di un materiale che si porta alle spalle una grande tradizione, ci porta a ripensare la creatività e le sue innumerevoli manifestazioni possibili.

“Attualizzare i linguaggi di antica tradizione è uno dei compiti oggi prioritari di istituzioni museali come il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, – commenta la direttrice del MIC Claudia Casali – dedito a custodire l’arte ceramica di ogni tempo e luogo (…)”.

 

Vista il 30 giugno 2021 al MIC , Viale Baccarini, 19, Faenza. Info: info@micfaenza.org, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (micfaenza.org)