L’ineffabile sapore della dignità è il titolo dell’ultimo romanzo di Anna (Susanna) Giancontieri Mele pubblicato da Pegasus Edition e candidato al Premio Campiello di quest’anno.
Al centro della storia c’è Diana, siciliana di nascita, genovese d’adozione. Qui vive ormai da diversi anni insieme a suo marito e ai suoi due figli maschi, ormai già grandi. Con il pensionamento, Diana ha scoperto la passione per la scrittura creativa ed è riuscita a pubblicare il suo primo romanzo, nonostante ora, come ogni buon artista che si rispetti, il suo occhio critico le suggerisca che avrebbe potuto fare di meglio. La sua vita tranquilla è stata totalmente sconvolta dal figlio maggiore, Carlo, innamoratosi di Maria, di una ventina d’anni più grande di lui e sottopostasi a un intervento chirurgico di riassegnazione di genere. Diana e suo marito non sono riusciti ad accettarlo, ponendo il loro pregiudizio e la paura del giudizio altrui davanti all’affetto per Carlo, tanto da sfaldare completamente i rapporti. Carlo è andato a vivere con Maria, che Diana e suo marito non hanno neanche mai voluto conoscere. Gli unici con cui continua a restare in contatto sono il fratello minore e lo zio da parte di padre. Diana lo sente sporadicamente, ma la ferma posizione sua e di suo marito impedisce di ricostruire un rapporto andato in frantumi.
È in questa quotidianità, monotona nel suo trascorrere e piena di ansie, di non detti, di rabbia e di dolore, che si inserisce Leonardo, il misterioso ammiratore di Diana, rimasto tanto colpito dal suo primo romanzo da decidere di mettersi in contatto con lei tramite una conoscenza in comune. Leonardo non è un semplice lettore, ma anche uno scrittore dotato, seppur restio a pubblicare i suoi scritti, e un uomo di vastissima cultura a cui piace darne sfoggio. Diana e Leonardo danno inizio a una corrispondenza epistolare e così la vita di Diana sembra di nuovo acquisire un senso, sempre in attesa di una nuova mail dell’ammiratore, curiosa di leggere i suoi scritti e di sapere che cosa ne pensa del secondo romanzo che sta scrivendo. Un’amicizia nata da un’intesa letteraria, così la definisce Diana, che sembra l’unica a non rendersi conto che in realtà si tratta di qualcosa di più, cosa chiara a tutti i personaggi della storia e al lettore stesso che resta in attesa di scoprire quando e come evolverà questa strana relazione.
L’attesa è la dimensione di lettura di questo romanzo il cui tempo narrativo scorre un po’ lento, scandito da uno scambio epistolare altalenante tra i toni di amicizia, lusinghe non troppo veritiere e battibecchi tra scrittori in competizione. La scrittrice si mostra capace di creare una sorta di suspense senza tuttavia un vero e proprio mistero, portando il lettore pagina dopo pagina a chiedersi quando arriverà la svolta. Un’attesa che troverà finalmente soddisfazione solo nelle ultime pagine del romanzo.
Un’altra caratteristica ben riuscita del romanzo è la costruzione di un mondo basato sulle categorie del bello e del brutto, del giusto e dello sbagliato. Per gran parte del romanzo, il grigio sembra non esistere agli occhi dei protagonisti. Il microcosmo della famiglia di Diana diviene lo specchio di una società ipocrita, restia ad accettare tutto ciò che sembra andare contro i principi del buon costume borghese e pronta a giudicare ciò che non conosce. Tuttavia la scrittrice riesce a porsi alla giusta distanza, senza mai prendere parte ed esercitare il proprio giudizio sui personaggi. Si potrebbe dire che se il grigio non esiste all’interno di gran parte della storia narrata, esso è invece la caratteristica dello sguardo della scrittrice sui suoi personaggi. Ed è forse per questo motivo che essi non appaiono mai del tutto sgradevoli al lettore. Il pregio della scrittrice è proprio quello di riuscire a costruire una storia e un mondo del tutto verosimili e totalmente conformi al mondo in cui viviamo oggi.
Un secondo pregio è quello di riuscire a servirsi di una storia semplice, non troppo ricca e piuttosto ordinaria negli accadimenti, per soffermarsi su una grande varietà di tematiche: la vita adulta al termine della carriera, i problemi di un rapporto coniugale che ha perso poesia e il conseguente desiderio di evasione, le dinamiche familiari e i rapporti genitori-figli quando questi ultimi sono ormai grandi e in grado di prendere decisioni autonome che non sempre rispecchiano le volontà dei genitori, l’omosessualità e il pregiudizio che l’accompagna. Tutte tematiche che ricostruiscono un’immagine alquanto (e a tratti tristemente) veritiera del nostro mondo.
Grazie, dott.ssa Darchini, per la bella recensione del mio romanzo. Ogni conferma, sulla bontà del mio lavoro, arriva al mio cuore come una carezza. Ancora grazie.
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