Dear You

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Sono state spedite e sono in via di ricezione in questi giorni, sia in Italia che all’estero, le lettere contenenti la prima opera creata da Dora García per il progetto Dear you del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, curato da Caterina Molteni.

Ben 1211, un numero che è andato oltre le più rosee aspettative, sono le persone che tra il 19 febbraio e il 14 marzo hanno deciso di rispondere positivamente alla proposta del museo, rendendosi destinatarie di sei lettere contenenti opere realizzate da altrettante artiste e artisti, da qui all’inizio dell’estate 2021.

Tra i partecipanti, 1099 sono residenti in Italia, mentre 112 riceveranno la loro corrispondenza all’estero, in 19 diversi Paesi: Austria, Australia, Belgio, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Singapore, Spagna, Svizzera, Turchia, USA, Vietnam.

Dear you si struttura tramite sei interventi di: Hamja Ahsan (Londra, 1981), Giulia Crispiani (Ancona, 1986), Dora García (Valladolid, 1965), Allison Grimaldi Donahue (Middletown, 1984), David Horvitz (Los Angeles, 1982) e Ingo Niermann (Bielefeld, 1969), artisti accomunati da una pratica fortemente legata alla poesia, alla scrittura e alla performance. La corrispondenza postale è la forma di comunicazione e di ricezione delle opere prescelta per il progetto. Concepiti come poesie, brevi racconti, istruzioni per atti performativi e come dispositivi relazionali, i lavori realizzati dialogano con la dimensione creatrice del linguaggio, guardando alla lettura come una esperienza trasformativa.

Allo stesso tempo, le artiste e gli artisti riflettono su temi di fondamentale rilevanza nella nostra contemporaneità come la perdita di contatto fisico e le relative ripercussioni sulla vita emotiva, la diminuzione della vita sociale condivisa e la necessità di creare nuove strategie di relazione e di cura, al di là dell’esperienza digitale.

Il primo lavoro spedito, che i destinatari stanno ricevendo nelle proprie caselle postali proprio in questi giorni, è una lettera di Dora García in cui l’artista spagnola esprime la propria fascinazione per l’atto della scrittura come motore di relazioni paritarie e costruzione di senso. Di seguito un passaggio:

“Cara, chi sei? Sono affascinata dalla scrittura, come sono affascinata dalla lettura, —> <— un’azione va in una direzione mentre l’altra va in quella contraria. Tu leggi quello che scrivo. Io scrivo quello che leggo e leggo quello che scrivo. Potresti non capire tutto quello che scrivo, potresti dover colmare le lacune. Comparirà un nuovo testo. Il testo che leggerai non sarà esattamente quello che scrivo. La nostra relazione è alla pari (leggere – lettore che scrive – scrittore)? Siamo alla pari? SÌ. SIAMO ALLA PARI. Io scrivo e perciò creo anche il copione di questa relazione, ma potrei essere vittima di un malinteso. Tu, che leggi, hai il potere di fraintendere, crei un nuovo testo.”

Con una scrittura fatta di ripetizioni, avanzamenti e riscritture visibili sui margini e tra le righe, García sintetizza alcuni dei temi ricorrenti della sua ricerca: la questione della rilettura e della possibilità di creare un nuovo testo ogni volta che è tra le mani di un diverso interprete; la potenzialità politica della parola, in particolare quando viene introdotta nel mondo da donne o da personaggi in posizioni marginali; come ogni lettera abbia come vero destinatario il futuro e ogni lettore ne “intercetta” il messaggio.

Dopo lo scritto di Dora García, a partire per posta questa settimana sarà l’opera realizzata da Allison Grimaldi Donahue, seguiranno quelle degli altri quattro artisti partecipanti.

Dear you nasce da una riflessione sui confini e sulle potenzialità dello spazio intimo. Considerando le attuali condizioni di semi-isolamento a cui gran parte della popolazione mondiale è costretta, si sofferma sull’intimità non solo come sofferta solitudine, ma come luogo di una possibile e vitale autodeterminazione.

Il progetto intende osservare l’indagine introspettiva e il suo esercizio come spazio di trasformazione, concependo l’identità come una dimensione in divenire, possibile fonte di importanti rivoluzioni politiche e sociali ma anche emotive e sentimentali.
Dear you si propone di rivalutare condizioni ed esperienze emotive come la fragilità e l’emotività, esaltandone gli elementi generativi. Incita a nuove forme di amore, erotismo, amicizia e lealtà, riflettendo su possibili risorse emotive e fisiche capaci di espandere il nostro spettro di auto rappresentazione e di desiderio personale e collettivo.

Dear you richiama espressamente la corrispondenza amorosa per accentuare il forte intimismo innescato dalla ricezione di una lettera. In particolare si vuole sottolineare come la corrispondenza postale sia capace di alimentare dinamiche di cura grazie alla capacità di trasformare una voce lontana in qualcosa di tangibile e prossimo.
Il progetto permette inoltre la comunicazione e fruizione di opere d’arte fisiche oltre i confini geografici nazionali oggi bloccati e fortemente regolamentati dalle restrizioni imposte dalla pandemia globale, favorendo così lo scambio di idee e di gesti di attenzione.

L’identità visiva è curata da Mattia Pajè.

Info: mambo-bologna.org