Da marzo 2021 è online l’inventario del Fondo archivistico dell’Amministrazione Torlonia in Romagna, conservato presso il Museo Casa Pascoli a San Mauro Pascoli (FC). L’archivio, che copre l’arco temporale dal 1836 al 1902, riguarda l’amministrazione dei possedimenti romagnoli del nobile romano Torlonia, nella cui gestione si sono avvicendati anche Giovanni e Ruggero Pascoli, rispettivamente zio e padre del poeta Giovanni. Si tratta soprattutto di documentazione contabile e burocratica, che a primo acchito potrebbe non suscitare particolare interesse, ma la direttrice del museo Rosita Boschetti ne spiega l’importanza per molti ambiti di studio: “Il fondo attraversa in maniera trasversale la storia della Romagna di quel periodo. Sono citati i prezzi delle colture tradizionali e l’introduzione a fine Ottocento di canapa e tabacco: è un ottimo strumento per capire come si è evoluta la coltivazione in Romagna; si trovano anche dati sull’iter trentennale che ha portato alla selezione e allo sviluppo della razza bovina romagnola (frutto di un miglioramento genetico ottenuto proprio nell’azienda di Villa Torlonia, dal 1900 assumerà grande rilevanza zootecnica e ora vanta il marchio I.G.P. n.d.r.). Inoltre, ci sono anche numerose copialettere, cioè le minute delle missive inviate al principe, in cui sono descritte le rivolte dei contadini per l’aumento del prezzo del grano, ci sono riferimenti a Garibaldi, al Passatore e a vicende di interesse nazionale”. Non mancano informazioni che aggiungono tasselli al fatto di cronaca nera che segnerà la vita del poeta, l’assassinio di suo padre: “Il presunto mandante dell’omicidio (Pietro Cacciaguerra) è colui che prenderà il posto di Ruggero Pascoli. Scriverà alla vedova Pascoli chiedendo indietro dei beni e dagli atti si deduce che convinse Alessandro Torlonia a investire molto nella tenuta, con compravendite da cui lui stesso si arricchirà”.
Un primo passo verso la digitalizzazione
Il lavoro di ordinamento è stato iniziato più di due anni fa da Boschetti, in collaborazione con la proprietaria del fondo, mettendo mano a circa cento registri e tremila carte sciolte. In un secondo momento è intervenuto l’Istituto beni artistici, culturali e naturali della regione Emilia-Romagna (da gennaio di quest’anno denominato Servizio Patrimonio culturale), nella persona della dott.ssa Laura Berti Ceroni, che ha inventariato le raccolte cartacee con criterio cronologico e tematico, cercando di rispettare la struttura originale. La versione online dell’inventario è consultabile sul sito regionale IBC Archivi, che descrive le risorse disponibili e permette anche una ricerca libera circoscrivibile per territorio e anni inserendo una o più parole-chiave di interesse, indicando all’utente in quali documenti sono citate e dove questi sono conservati. Lo studioso, però, ancora deve venire di persona a San Mauro Pascoli per sfogliarli, perché l’archivio non è ancora stato digitalizzato. Sarà il prossimo passo, approfittando del periodo di chiusura dovuto alla pandemia. “Abbiamo lavorato tanto sul digitale: a Casa Pascoli ci sono postazioni interattive, monitor touch e la voce narrante di Lino Guanciale, in più abbiamo il museo multimediale a Villa Torlonia. Svolgiamo anche corsi online per professori. Adesso vogliamo dedicarci di più ai contenuti, ossia alla digitalizzazione e all’ordinamento degli archivi in nostro possesso, compresi quelli acquisiti di recente, come la biblioteca del professor Pazzaglia, che ci ha donato migliaia di volumi. Ci vogliono tempo e personale, ma la digitalizzazione è un aiuto concreto per migliorare la ricerca”.
Cercare nella storia per non rimanere immobili
C’è un forte interesse, quindi, a rispondere alle esigenze di figure che stanno scomparendo e su cui sembra si punti sempre meno – lo storico, il letterato – a discapito di quelle specializzate in scienza e tecnologia. In un mondo che guarda avanti, ha ancora senso voltarsi indietro anche nel piccolo e nel locale? Secondo Boschetti sì, ricordando che la storia è, prima di tutto, un affare umano e, per questo, mutevole: “Il lavoro di ricerca è fondamentale, perché la storia va ricostruita e rinnovata, è sempre in continuo movimento. Le faccio l’esempio della biografia pascoliana: in questi vent’anni abbiamo recuperato carteggi mai letti, la cui mancanza ha fuorviato tanti studiosi, anche famosi. La scoperta di un documento nell’Archivio di Stato di Bologna mi ha permesso di rivedere la figura del Pascoli anarchico – socialista, ne aveva fatte di tutti colori – che è in realtà lontanissima dallo stereotipo che conosciamo. A volte, leggendo delle lettere, si scoprono notizie che ribaltano convinzioni di anni. Infine, la ricerca serve per offrire un servizio migliore al visitatore, che viene al museo per scoprire cose nuove attraverso quelle mostre che sarebbe stato impossibile presentare senza un lavoro di studio dietro. Senza la ricerca storica, sarebbe tutto fermo”.
Un incontro tra poetica e innovazione tecnologica
Il Parco Poesia Pascoli, inaugurato nel 2019, che comprende il museo e centro studi Casa Pascoli e gli spazi di Villa Torlonia (La Torre), è un esempio di come la tecnologia non sia uno strumento in contraddizione con la ricerca e la divulgazione storica e letteraria, anzi, sia di supporto: “A Casa Pascoli si possono apprendere la storia della famiglia, aneddoti sul Pascoli giovane e il suo legame con la Romagna, mentre mancava un po’ la parte dedicata alla poesia. Così è nato il museo multimediale nelle cantine de La Torre, che ne riproduce la sua caratteristica principale: la poetica di Pascoli è prima di tutto sensoriale e suggestiva, perciò il visitatore entra completamente nel suo mondo attraverso un’esperienza immersiva, un percorso fatto di suoni e immagini, dove si attivano i cinque sensi”. Così gli umanisti incontrano i tecnici luci e gli informatici, spiegando la complessità emozionale che vogliono ricreare e affidandola in mani ben più pragmatiche. “È stato un lavoro enorme ma ha funzionato molto bene: nella poesia del cosmo, il poeta con le sue parole esprime il senso di vertigine, di fronte all’universo l’uomo si sente nulla e ha quasi paura di cadere. I tecnici hanno reso questa sensazione benissimo, tanto da sembrare dentro una navicella”.
Che bellissima realtà! Ora sono curiosissima di visitare la Casa e la Torre! Inoltre bel progetto per la Torre, complimenti per avere investito in questo. Ne abbiamo sempre più bisogno!
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