Studio e scuola: un’opportunità o una costrizione?

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La storia ci ha insegnato che la cultura dona consapevolezza dei propri diritti. Se il sapere è così poco importante, perché il fascismo controllava scrupolosamente ciò che veniva insegnato nelle scuole? Tenere la gente nell’ignoranza è un punto chiave di tutte le tirannie.

Nell’odierna società, la situazione è diversa. La conoscenza, in particolare la scuola, è considerata un diritto fondamentale, ma viene spesso vista dalla gioventù come una costrizione, quasi un ostacolo alla propria felicità. Basta andare in una qualunque cartoleria, comprare un diario di scuola e leggere le battute al suo interno. Molte sono sul non studiare e sul preferire attività frivole alla sete di conoscenza. Ma questa è solo la punta di un iceberg molto più grande.

Le prove Invalsi di 5ª superiore del 2019 hanno fornito dati piuttosto allarmanti: il 10% degli studenti non arrivano al livello B1 di inglese, una persona su tre non raggiunge il minimo richiesto per Italiano. E in tutto questo l’Italia rimane sempre sotto la media europea di laureati. Perché succede questo? Forse si può pensare che la gente poco acculturata ci sia sempre stata e sempre ci sarà. Basti notare che molti faentini non hanno mai visitato il magnifico Museo Internazionale delle Ceramiche che la città ospita.

Su tutto aleggia un’aggravante: mai come in quest’epoca molte più persone hanno accesso a un’istruzione di qualità alta. Nel passato la maggioranza non aveva accesso all’istruzione e solo la gente appartenente a fasce sociali elevate poteva goderne. Fino agli anni ’30 del secolo scorso, in Italia, vigeva ancora la divisione tra scuole urbane e rurali, dove si può intuire una diversa qualità della didattica.

Una causa di questo impoverimento culturale potrebbe risiedere nella mancata predisposizione di tanti allo studio: dopotutto il 3,2% degli italiani soffre di dislessia e il 6-7% di disturbi da deficit dell’attenzione/iperattività. Ma non crediamo sia questo il punto.

Un fattore da tenere in considerazione sono i social network, in cui viene accolta ogni sorta di opinione, anche da persone senza un briciolo di preparazione o senso critico. Negli ultimi anni sono sorte figure come gli Cancella formattazione youtuber o gli influencer, che quasi sempre godono di guadagni maggiori di qualsiasi operaio o insegnante. Perciò, l’ammonimento Se non studi non avrai un lavoro decoroso ha perso molta della sua valenza. Tanti giovani cercano di trovare di realizzarsi in questo tipo di attività, spesso tralasciando lo studio.

Un’ultima possibilità potrebbe proprio stare nel modo in cui la cultura viene propagata. L’apprendimento scolastico, seppur modernizzato negli ultimi anni, resta ancora troppo improntato sul modello-fabbrica. Per tutta la durata della giornata scolastica lo studente resta fermo e zitto, alla propria postazione, eseguendo ordini da un superiore, con poco margine concesso alla creatività. Spesso e volentieri vengono tralasciate le competenze fondamentali per chi lavora nel Terziario – che in Italia rappresenta più del 70% delle attività lavorative – ovvero flessibilità, lavoro in equipe e problem solving.

Si è comunque fatto un grande passo avanti. Fino agli anni ’80 gli studenti non avevano diritti, e i professori esercitavano su di essi un completo arbitrio, sia fisico che mentale. È rassicurante confermare che l’ambiente scolastico è più sereno rispetto a quarant’anni fa. Detto ciò, rimane il fatto che la scuola resta fonte di stress per molti, che la vivono solo come un luogo di fredde valutazioni. Il rifiutare lo studio è un meccanismo di difesa contro un sistema che non funziona?

Di certo non ha aiutato la Didattica a distanza, che influenza pesantemente l’apprendimento. Anche se durante l’anno scolastico 2019-2020, i voti nel secondo quadrimestre presentano un incremento rispetto al primo quadrimestre, in realtà è stato solo un apprendimento apparente, che non ha dato frutti a parte le valutazioni. Istat afferma che «il 33,8% delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa, il 47,2% ne ha uno e il 18,6% ne ha due o più» e, nonostante la messa a disposizione della scuola di apparecchiature elettroniche, ancora troppi ragazzi non hanno accesso a una piena didattica digitale.

Comunque, quali che siano le cause di questo progressivo impoverimento culturale, pensiamo avrà effetti devastanti sul mondo a venire. La generazione Z ha già sulle spalle enormi problemi, primo tra tutti il cambiamento climatico. Ma è altrettanto vero che forse possiamo contare su uno spirito di iniziativa maggiore rispetto alla generazione boom economico, e che i primi anni 2000 stanno già sfornando persone illustrissime.

Può anche darsi che la maggior parte di ciò che viene insegnato a scuola risulti superflua nella vita vera, ma non lo crediamo affatto: una persona colta fa colloqui di lavoro migliori, si dimostra maggiormente dinamica e pratica nello svolgere i compiti assegnati. E, in special modo, prende ciò che sa e lo tramanda ai propri figli. In media, gli studenti brillanti hanno almeno uno dei due genitori che è stato a sua volta uno studente brillante.

Infine la cosa più importante: studiare significa aprire la mente, accrescere una coscienza critica e avere così maggiore consapevolezza di quel che succede intorno a noi. Per cui ragazzi… Studiate!

 

di Thomas Sartoni, Marco Fregnani, Chiara Gianelli, Tommaso Poletti, Elia Donigaglia, Emanuele Peroni, 2ªFS, Liceo Torricelli-Ballardini, Faenza